GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
Si è pensato quindi di condurre una ricerca su questi ed altri terremoti. Reperire informazioni sul terremoto del 1557 è risultato e risulta difficile. Di fatto, non si è mai scoperta la fonte originale da cui ha attinto la notizia D’Ascia (1867) nel redigere la sua storia sull’isola. La notizia riporta l’evento del crollo della chiesa parrocchiale di S. Vito, sita all’e- poca a Campagnano. La difficoltà incontrata è do- vuta al periodo storico, dove a scrivere non erano in molti e la stampa e la diffusione dei libri era molto limitata. In questo periodo la diffusione di notizie avveniva soprattutto con fogli manoscritti od a stampa (Avvisi) di tiratura molto limitata o trami- te corrispondenze che avvenivano tra un regno ed i loro corrispondenti, così come il Vaticano veniva informato delle vicende delle varie chiese e parroc- chie dai loro vescovi ed arcivescovi o avevano no- tizie degli altri regni dai nunzi apostolici. Conside- rando inoltre le varie vicissitudine in cui è passata l’isola d’Ischia nel XVI con guerre e scorribande di pirati, si può capire perché vi sia una carenza di no- tizie per questo periodo. Per il terremoto del 1762 sono state reperite in- formazioni in alcune testate giornalistiche dell’e- poca, sia nazionali che europee. Queste, comparate alle informazioni riportate dal Vanvitelli, aiutano a capire meglio il quadro dell’evento. Nel complesso, è possibile ricostruire che si è trattato di almeno tre scosse avvenute a distanza di pochi giorni una dall’altra. La prima molto lieve, la seconda più forte (V MCS) e la terza con danni associati, quali il crollo di una chiesa ed altri danni, senza comunque perdita di vite umane (VII MCS). Per il terremoto avvenuto nel 1796, il primo a parlarne è stato De Rossi (1881) in un articolo sul terremoto del 1881, in cui dice di aver trovato rifermento a questo terremoto in un memoriale di una famiglia dell’isola d’Ischia e che avrebbe parlato di questo terremoto in modo più approfondito successivamente in un altro scritto. Cosa che non fece mai. Chi invece ne parlò in modo approfondito fu Mercalli (1884), senza tuttavia rivelare dove avesse attinto le informazioni. Tutti gli altri autori che riportano la notizia di questo terremoto fanno riferimento a questo lavoro, compreso Baratta (1901). Si sono dunque cercate informazioni consultando giornali dell’epoca ma lo spoglio ha dato esito negativo. Questa scossa sembra non aver lasciato traccia pur avendo causato la morte di 7 persone. Si ricorda che Breislak (1798) nell’estate del 1796 si trova a soggiornare a Lacco Ameno e pur girando tutta l’isola non accenna assolutamente a questo terremoto. Per il terremoto del 1841 finora non sono state trovate informazioni inedite, a parte notizie in alcuni giornali e scritti. Sono stati invece trovati nuovi dati per la scossa del 1863, quale la traccia del risentimento a Capodimonte (Napoli), località per la quale non si conoscevano gli effetti, e dove sei minuti dopo la scossa si verificò anche una frana. Per la scossa del 1867 sono state reperite informazioni che riportano danni al campanile della Chiesa parrocchiale che era situata in Piazza Maio (Casamicciola), oltre ad una notizia inedita sul risentimento a Lacco Ameno (almeno V MCS), altrimenti prima non nota. È da notare che eseguendo la ricerca per gli eventi sopra citati sono stati trovati i riferimenti ad altre scosse sconosciute e mai considerate prima dai cataloghi sismici o studi scientifici. Fig. 1 – Frontespizio del libro di D’Ascia (1867), storia dell’isola d’Ischia, dove sono riportate le notizie sui terremoti del 1557 e del 1767, senza dare riferimenti delle fonti. 85 GNGTS 2013 S essione 1.1
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