GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
Avni R.; 1999: The 1927 Jericho Earthquake, comprehensive macroseismic analysis based on contemporary Sources . Ph.D. thesis, Ben-Gurion University of the Negev. Vol. 1, 64 pp., vol. 2, 139 pp. (in Hebrew). Avni R., Bowman D., Shapira A. and Nur A.; 2002: Erroneous interpretation of historical documents related to the epicenter of the 1927 Jericho earthquake in the Holy Land . Journal of Seismology, 6 , 469-476. Ben-Menahem A., Nur A. and Vered M.; 1976: Tectonics, seismicity and structure of the Afro-Eurasian junction, the breaking of an incoherent plate . Phys Earth Planet. Inter., 12 , 1-50. Devès M., King G.C.P., Klinger Y. and Agnon A.; 2011: Localised and distributed deformation in the lithosphere: Modelling the Dead Sea region in 3 dimensions . Earth Pl. Sc. Letters, 308 , 172-184. Garfunkel Z., Zak I. and Freund R.; 1981: Active faulting in the Dead Sea rift . Tectonophysics 80 , 1-26. Garstang J.; 1931: Joshua Judges . Constable and Co. LTD London, pp. 134-139. Garstang J. and Garstang, J.B.E.; 1940: The Story of Jericho , Hodder & Stoughton, 200 pp.. Keller W.; 1956: The Bible as History . William Morrow, New York, N.Y., 452 pp.. Pettenati F., and L. Sirovich; 2003: Tests of source-parameter inversion of the U.S. Geological Survey intensities of the Whittier narrows 1987 earthquake , Bull. Seismol. Soc. Am. 93, 47-60. Pettenati F., and L. Sirovich; 2007: Validation of the Intensity-Based Source Inversions of Three Destructive California Earthquakes , Bull. Seismol. Soc. Am., 97 , 1587-1606, doi: 10.1785/0120060169. Shamir G.; 2006: The active structure of the Dead Sea Depression . Geological Society of America Special Paper 401-02, 15-32. Sirovich L., and F. Pettenati; 2001: Test of source parameters inversion of the intensities of a 54,000-death shock of the seventeenth century in southeast Sicily , Bull. Seismol. Soc. Am. 91, no. 4, 792-811. Sirovich L., and F. Pettenati; 2004: Source inversion of intensity patterns of earthquakes: A destructive shock in 1936 in northeast Italy , J. Geophys. Res. 109, B10309, doi 10.1029/2003JB002919, 16 pp. Sirovich L., Pettenati F., and F. Cavallini; 2013a: Intensity-Based Source Inversion of the Destructive Earthquake of 1694 in the Southern Apennines, Italy , J. Geophys. Res., in press. Sirovich L., Pettenati F., and F. Cavallini; 2013b: Fault planes obtained from macroseismic inversion of selected earthquakes of the Montello and Po Plain . Deliverable D21/b3, Project S1 DPC-INGV, 5 pp.. Rivalutazione del terremoto dell’8 Gennaio 1693 nell’area del Pollino A. Tertulliani, L. Cucci Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma Alcune note sulla sismicità storica. L’area del Massiccio del Pollino, al confine calabro- lucano, è considerata una zona di gap sismico a causa della sua scarsa sismicità, come risulta dal Catalogo sismico (CPTI11- Rovida et al. , 2011). I primi studi sul gap sismico del Pollino risalgono alla metà degli anni ’80 (Valensise et al. , 1994; SGA, 1994; Cinti et al. , 1997; Guidoboni e Mariotti, 1997; Michetti et al. , 1997), mentre gli sviluppi più recenti sono di SGA (2000), Camassi e Castelli (2004), e Castelli e Camassi (2005). Le storie sismiche (DBMI11) delle località dell’area non riportano terremoti avvenuti prima del 1600 che possano aver interessato tali centri abitati. Le tracce più antiche di eventi sismici si riferiscono a danni prodotti a Castrovillari dal terremoto del 1638 (con epicentro in Calabria Centrale, a circa 100 km di distanza dall’area di studio), mentre il terremoto do- cumentato più antico nell’area del Pollino è quello avvenuto nel 1693. Questo evento è stato inserito per la prima volta in un catalogo nel 2007 (CFTI4Med: Guidoboni et al. , 2007). La mancanza di terremoti ( e risentimenti) nella Calabria settentrionale può però esser dovuta anche ad un gap documentale, cioè alla assenza di informazioni relative ad eventi sismici già noti ed avvenuti relativamente vicino (Scionti et al. , 2006). Il terremoto del Pollino dell’8 gennaio 1693 rientra nel novero degli eventi che sono stati ‘oscurati’ da altri eventi sismici benmaggiori ed avvenuti molto vicino ai primi sia come distanza che come tempo; nel nostro caso il 9 gennaio 1693 ebbe inizio la sequenza sismica della Sicilia Orientale, uno dei più forti eventi sismici della storia italiana, che destò una vasta impressione e colpì anche buona parte del territorio calabrese, restando incisa a lungo nell’immaginario collettivo. La vicinanza spazio-temporale dei due eventi è la più probabile ragione della tardiva identificazione dell’evento del Pollino. La coincidenza temporale in un primo tempo ha confuso le notizie e le informazioni provenienti dalla Calabria Citra (l’odierna Calabria settentrionale), rendendole in un secondo momento invisibili alla letteratura sismologica. 128 GNGTS 2013 S essione 1.1
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