GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
Contributo per la sismotettonica della Pianura Padana, dai terremoti del 1570 e del 2012 F. Pettenati, L. Sirovich, F. Cavallini Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS, Trieste Introduzione. Nell’ambito del Progetto Sismologico S1 DPC-INGV, abbiamo condotto due studi per capire meglio la sismotettonica della Piana del Po. Abbiamo infatti: a) invertito le intensità del terremoto di Ferrara del 1570 (M5.8), per recuperare informazioni sulla sorgente; b) operato il calcolo di tutte le possibili disorientazioni γ (rotazioni 3D necessarie per far coincidere una doppia coppia, DC, con un’altra) delle doppie coppie calcolate nella sequenza sismica del maggio – giugno 2012 dell’Emilia. Inversione del “Ferrara 1570”. Abbiamo usato le intensità del data-base di Guidoboni et al. (2007), che sono riportate nel catalogo DBMI11 (2011). Ci siamo serviti della nostra tecnica che usa la funzione KF (Sirovich and Pettenati, 2004; Pettenati and Sirovich, 2007) procedendo con il protocollo standard: controllo degli outliers statistici, uso di quattro demi (popolazioni di sorgenti, che esplorano l’iperspazio dei residui) nell’algoritmo genetico con la variante niching (Gentile et al. , 2004). Nella presente inversione, è stato assegnato il grado V a tre siti classificati “felt” (San Giovanni in Persiceto 44.638°, 11.187°; Novellara 44.845°, 10.731°; Padova 45.407°, 11.876°). In totale, sono stati quindi trattati 51 dati; dei quali, un consistente numero (25) con gradi intermedi (es.: VI-VII); motivo per cui abbiamo trattato due data-sets: il primo con i gradi intermedi usati come “mezzi gradi” (es.: 6.5), e l’altro con i gradi intermedi arrotondati al valore più alto. La Tab. 1 mostra le due migliori soluzioni per i due data-sets; notare la forte similitudine dei due risultati. I valori con il “+” si intendono calcolati nel verso dello strike, quelli con il “-” nel verso opposto. Sono da rilevare le opposte direzioni delle due propagazioni di rottura (vedere i valori di L+ e L- nella Tab. 1). Concludiamo che l’affidabilità di questa informazione è bassa. Come sempre, segnaliamo che anche la profondità ottenuta non è molto attendibile, perchè viene usato nell’inversione un semispazio elastico e forse anche perché la taratura empirica dei valori KF è ottenuta da una correlazione su dati californiani (in altre parole, è importante l’attenuazione delle intensità). Nella nostra esperienza, entrambe le soluzioni sono interessanti. La magnitudo derivata da Mo in Tab. 1 è M5.8. La Fig. 1 mostra la soluzione del meccanismo focale e la proiezione in superficie della box della soluzione centrale (in verde) ricavata dall’inversione di Tab 1, poco a nord della città di Ferrara. Attorno a questa soluzione centrale, abbiamo rappresentato in grigio quattro box, che fanno intendere l’entità degli errori di inversione in latitudine, longitudine e angolo di strike. In altre parole, la nostra sorgente potrebbe trovarsi in un’area abbastanza vasta. La Fig. 1 rias- sume inoltre la nostra interpretazione tettonica della sequenza 1570-2012, come una sequenza molto irregolare nel tempo (una scossa nel 1570, due nel 2012) disposta in echelon ad interes- sare, da nord a sud (dal più al meno giovane), tre settori consecutivi del fronte appenninico esterno sepolto. Lentini F., Carbone S., Catalano S. and Grasso M.; 1996: Elementi per la ricostruzione del quadro strutturale della Sicilia orientale. In: Mem. Soc. Geol. Ital. 51, 179-195. Pavano F., Catalano S., Romagnoli G. and Tortorici G.; 2012: Dynamics and seismotectonics of NE Sicily. In: Rend. Online Soc. Geol. It., 21, 241-243. Palumbo L., Benedetti L., Bourles D., Cinque A. and Finkel R.; 2004: Slip history of the Magnola fault (Appennines, Central Italy) from 36Cl surface exposure dating: evidence for strong earthquakes over the Holocene. In: Earth Planetary Science Letters, 225, pp. 163-176. Strahler A. N.; 1958: Dimensional analysis applied to fluvially eroded landforms. Bull. Geol. Soc. Amer, 69. 182 GNGTS 2013 S essione 1.2
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