GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
Come è noto, il periodo 1980-1983 è caratterizzato da un forte sollevamento (circa 60 cm) e dalla disponibilità di dati relativi sia agli spostamenti verticali (misure di livellazione) che ad entrambe le componenti degli spostamenti orizzontali (Barbarella et al. , 1983). La disponibilità di questi dati permette di cercare le caratteristiche della sorgente responsabile del sollevamento alla scala dei Campi Flegrei nel loro complesso. Poiché la zona della Solfatara non è coperta da dati, l’inversione non è influenzata apprezzabilmente dall’anomalia locale precedentemente riscontrata. Abbiamo utilizzato un semispazio elastico stratificato, le cui caratteristiche sono state ottenute dalla tomografia sismica. Si è così dimostrato che la deformazione su larga scala è spiegabile, durante tutto il periodo analizzato, con una singola sorgente deformativa stazionaria, di cui cambia nel tempo solo l’intensità. Sulla base dell’accordo tra previsioni e misure e di criteri informativi, la sorgente favorita è un crack ellittico sub-orizzontale orientato NO-SE posto tra 3500 e 4000 m di profondità, indicato con CE in quanto segue. Una volta sottratto l’effetto della sorgente della deformazione su larga scala (CE) dai dati SAR relativi al periodo 1995-2000, rimane un’evidente deformazione residua nell’area della Solfatara (Fig. 1). Da un punto di vista matematico, la sorgente favorita per la deformazione nella Solfatara è una piccola (rispetto alla profondità) sorgente sferoidale con asse verticale, immersa a circa 1900 metri di profondità nel semispazio elastico stratificato di cui sopra. È presente un’evidente correlazione tra profondità e rapporto tra i semiassi. Abbiamo quindi verificato l’ipotesi che la deformazione a larga scala, con l’esclusione quindi della Solfatara, sia sempre dovuta alla sorgente responsabile del sollevamento del 1980-1983 (CE), ma con intensità variabile nel tempo in ampiezza e segno (fasi di bradisismo positivo e negativo). L’andamento temporale dell’intensità della sorgente è ottenuto dalla media spaziale degli spostamenti da dati SAR, relativi a pixel contenuti all’interno di un’area di riferimento nella zona di massimo spostamento verticale (cerchio nero nelle mappe di sinistra e centrale in Fig. 2). Fig. 2 – Grafici di correlazione tra spostamenti verticali. Pannello sinistro: spostamenti verticali locali (Local vertical displacements) nei punti indicati con simboli pieni nella mappa e spostamenti previsti sulla base del CE (Ellipsoidal Source Local Vertical Displacements, ESLVD), ottenuti tramite i rapporti LRDR (v. testo); gli LRDR sono esplicitamente riportati a sinistra di ciascuna sequenza; la linea tratteggiata rappresenta la bisettrice degli assi. Pannello centrale: spostamenti verticali locali nei punti indicati con simboli pieni nella mappa e spostamenti verticali nell’area di riferimento (Reference Area Vertical Displacements, RAVD, cerchio vuoto nella mappa); i numeri indicano la pendenza delle rette di regressione relative al periodo 1993-1997. Pannello destro: spostamenti verticali locali nei punti indicati con simboli pieni nella mappa e spostamenti verticali nella Solfatara (Solfatara Vertical Displacements, SVD, cerchio vuoto nella mappa); i numeri indicano la pendenza delle rette di regressione relative al periodo 1993-1997. I colori forniscono la scala temporale. 233 GNGTS 2013 S essione 1.3
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