GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
piemontese. Obiettivo del lavoro è una determinazione statisticamente consistente del valore della temperatura del sottosuolo, e dell’incertezza ad esso associata: un dato che contribuisce in modo significativo a stabilire se una determinata area possa essere considerata promettente per lo sfruttamento per scopi geotermici. Nell’ambito di un progetto finalizzato allo sfruttamento della falda superficiale per mezzo di impianti a circuito aperto, in cui viene utilizzata l’acqua di falda superficiale a mezzo di pozzi, il metodo proposto offre la possibilità di prevedere, in senso statistico, i valori della temperatura del sottosuolo, con un prescelto intervallo di confidenza. Questo consente, in linea di principio, un controllo della variabilità della temperatura, fondamentale per il dimensionamento di un impianto, senza la necessità procedere per ogni impianto ad esplorazioni dirette “in situ”. Le misure termometriche a disposizione sono state raccolte da ARPA Piemonte (Balsotti, 2009) a seguito dell’installazione di piezometri di controllo per scopi di monitoraggio ambientale. I 18 piezometri utilizzati, distribuiti per lo più nella Provincia di Alessandria, hanno fornito 80 misure primaverili e 86 misure autunnali, raccolte a varie profondità mediante l’introduzione di una sonda multiparametrica dotata di vari sensori, tra cui quello relativo alla temperatura e alla profondità della misurazione. I piezometri, la cui ubicazione è stata georiferita tramite GIS (Fig. 1), hanno una lunghezza media di circa 20 metri e, in alcuni settori della pianura, si spingono fino a una profondità di circa 30 metri. Il quadro geologico e idrogeologico dell’area. Il settore piemontese della Pianura Padana è stato oggetto di numerose indagini che hanno evidenziato l’esistenza di almeno due tipi principali di reservoir geotermici. Il primo serbatoio, più superficiale, è impostato nei depositi terrigeni terziari e quaternari, essenzialmente incoerenti e caratterizzati da una permeabilità primaria per porosità; il secondo, più profondo, è invece impostato nelle rocce carbonatiche di età mesozoica, prevalentemente coerenti e caratterizzate da una permeabilità secondaria per fessurazione (Bortolami et al. , 1982). Studi più recenti (Balsotti, 2009; Stringari et al. , 2010) hanno fornito una mappatura ter- mica della falda superficiale a scala regionale, nell’ottica di un possibile sfruttamento me- diante impianti geotermici a bassa entalpia. Nell’ambito degli stessi studi gli autori hanno riconosciuto la cosiddetta “superficie di omeotermia”, in corrispondenza della quale i valori di temperatura rimangono costanti tutto l’anno; tale superficie ripropone nel sottosuolo, a una profondità di circa 20 metri, l’an- damento della superficie topografica. Studi ancora successivi dimostrano come al di sotto di questa superficie la temperatura cresca gradualmente e lentamente e indipendentemente dal- le condizioni climatiche esterne, per poi crescere più rapidamente per pro- fondità maggiori di 100 metri in ac- cordo al gradiente geotermico locale (Lo Russo e Civita, 2010). Analisi geostatistiche effettuate su un campione significativo di misu- re termometriche relative a piezome- tri distribuiti nel settore nordorientale della Pianura Padana piemontese han- no consentito, non solo di individuare Fig. 1 – Ubicazione di dettaglio dei piezometri nel settore sudorientale della Pianura Padana piemontese. 236 GNGTS 2013 S essione 1.3
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