GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

Pacor F., Cultrera G., Mendez A. and Cocco M.; 2005: Finite Fault Modeling of Strong Ground Motions Using a Hybrid Deterministic–Stochastic Approach. Bull. Seism. Soc. Am. 95, 1, 225-240. Rovida A., Camassi R., Gasperini P. and Stucchi M. (eds.); 2011: CPTI11, the 2011 version of the Parametric Catalogue of Italian Earthquakes. Milano, Bologna, http://emidius.mi.ingv.it/CPTI. DOI: 10.6092 /INGV.IT- CPTI11. mappe probabilistiche time-dependent di Pericolosità sismica all’Etna: PRIMI RISULTATI S. D’Amico 1 , R. Azzaro 1 , H. Langer 1 , L. Peruzza 2 , G. Tusa 1 , T. Tuvè 1 1 INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, Catania 2 OGS Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, Sgonico Trieste Introduzione. La frequente e intensa attività sismica all’Etna - circa 190 eventi hanno superato la soglia del danno negli ultimi 200 anni - determina problematiche di gestione del territorio talora gravi, soprattutto lungo il versante orientale, che è anche la parte più densamente urbanizzata. In questa ottica appare opportuno analizzare la pericolosità sismica ad una scala spazio-temporale più dettagliata, rispetto agli standard del territorio nazionale (50 anni) che talvolta rischiano di sottostimare nel corto periodo gli effetti dei terremoti in un’area così sismicamente attiva. Un’area vulcanica presenta inoltre anche altre specificità, quali la scala di rappresentazione delle sorgenti sismogeniche, le assunzioni di base sul meccanismo di generazione dei terremoti, le leggi di propagazione del moto del suolo. Per tale motivi, negli ultimi anni sono state caratterizzate energeticamente alcune strutture sismogenetiche etnee individuali, cui applicare un modello di occorrenza time-dependent che considera l’influenza del tempo trascorso dall’ultimo evento (Azzaro et al. , 2012b; Azzaro et al ., 2013). Nell’ambito del progetto DPC- INGV V3, è stato implementato il calcolo completo dell’hazard sismico per l’intera area etnea, che comprende gli aspetti geometrici delle sorgenti fault-based , la distribuzione della sismicità minore, e la attenuazione dei parametri di moto del suolo. A tal fine è stata implementata per il calcolo della pericolosità una struttura ad albero logico costituita da tre rami principali a complessità crescente. Questi sono rispettivamente rappresentativi di 1) un trattamento tradizionale con sorgenti areali con profondità prefissata; 2) un trattamento intermedio che individua segmenti di faglia cui associare la sismicità maggiore e sorgenti areali per la rimanente attività di background; e 3) un trattamento innovativo in cui si considera una griglia tridimensionale con sismicità non poissoniana, e segmenti di faglia per gli eventi maggiori di tipo caratteristico. Il secondo e terzo ramo si biforcano ulteriormente per rappresentare ipotesi stazionarie, e time-dependent . Varie analisi di sensibilità sono state effettuate, per controllo su parametri quali magnitudo massima attesa, tempo medio di ritorno, coefficienti a e b della Gutenberg-Richter, ecc. Per la stima dell’attenuazione dei parametri di scuotimento sono state calibrate relazioni di attenuazione del moto del suolo (GMPE in PGA, PGV) dai dati registrati dalla locale rete sismica INGV dell’Osservatorio Etneo di Catania. In un’area vulcanica come l’Etna, infatti, gli eventi superficiali (H < 5 km) attenuano diversamente da quelli profondi, e soprattutto molto più rapidamente di quanto si otterrebbe usando le GMPE di letteratura elaborate per le aree tettoniche. Definizione delle sorgenti areali e tassi di sismicità. Sulla base della distribuzione dei terremoti localizzati strumentalmente (Gruppo Analisi Dati Sismici, 2012), sono state definite delle zone sorgenti (ZS) che rappresentano la geometria semplificata dei sistemi strutturali riconosciuti in superficie (Azzaro et al ., 2012a). Esse includono anche le aree sorgenti dei terremoti più energetici avvenuti negli ultimi 200 anni (Azzaro et al ., 2008). La caratterizzazione delle ZS è stata approfondita con la definizione della profondità efficace, ovvero la profondità in cui si ha il maggior rilascio di energia sismica. A tal fine è stata calcolata per ogni zona sorgente la distribuzione del numero di terremoti e dello strain 45 GNGTS 2013 S essione 2.1

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