GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

Campillo M., (2006). Phase and correlation in ‘random’ seismic fields and the reconstruction of the Green function. Pure Appl. Geophys. 163, 475-502. Crampin S. and Gao Y.; 2010: Earthquakes can be stress-forecast. Geophys. J. Int., 180, 1124-1127. Kanamori H., (1977). The energy release in great earthquakes. J. Geophys. Res. 82, 2981-2876. Lucente F.P., De Gori P.,Margheriti L., Piccinini D., Di Bona M., Chiarabba C. and N. Piana Agostinetti (2010): Temporal variation of seismic velocity and anisotropy before the 2009 Mw 6.3 L’Aquila earthquake, Italy, Geology 10.1130/ G31463.1 v. 38 no. 11 p. 1015-1018 Nur, A., 1972. Dilatancy, pore fluids, and premonitory variations of tS/tP travel-times, Bull. Seismol. Soc. Am., 62, 1972, pp. 1217-1222 Piccinini, D., Margheriti, L., Chiaraluce, L. & Cocco, M., 2006. Space and time variations of crustal anisotropy during the 1997 Umbria-Marche, central Italy, seismic sequence. Geophys. J. Int.,167, 15, 1482-1490 Scholz, H. C., Lynn R. S., Aggarwal Y. P., 1973. Earthquake Prediction: A Physical Basis. Science 181, 4102, 803-810. DOI:10.1126/science.181.4102.803 Zaccarelli L., Shapiro N.M., Faenza L., Soldati G., Michelini A., (2011). Variations of the crustal elastic properties during the 2009 L’Aquila earthquake inferred from cross-correlations of ambient seismic noise. Geophys. Res. Lett. 38, L24304, doi:10.1029/2011GL049750. LA RETE GEOCHIMICA TOSCANA PER LO STUDIO DEI PRECURSORI IDROGEOCHIMICI DELL’ATTIVITÀ SISMICA L. Pierotti 1 , G. Facca 2 , F. Gherardi 1 1 Istituto di Geoscienze e Georisorse CNR, Pisa 2 Instruments Care, Pisa Introduzione. Lo studio dei precursori dei terremoti ha catalizzato l’interesse della comunità scientifica sin dagli anni 70 (vedere, tra i primi, Wakita et al. , 1975; King, 1986, 1989; Thomas, 1988). La messa a punto di metodi e strumenti per il monitoraggio geochimico ha subito un’accelerazione dopo il terremoto di Tashkent, Uzbekistan, nel 1966 in concomitanza del quale è stata registrata per la prima volta una ben documentata anomalia di Radon (Ulomov and Mavashev, 1967). È ormai universalmente riconosciuto dalla maggior parte della comunità scientifica che opera in questo campo della ricerca, che la raccolta di serie temporali di dati affidabili (convalidati utilizzando procedure standardizzate) e con una copertura di tempo prolungata (in modo che i valori di fondo di ciascun parametro siano precisamente definiti) rappresenti un passo essenziale per ottenere risultati tangibili nella previsione dei terremoti. Il protocollo operativo del monitoraggio geochimico prevede la misura di più parametri indipendenti. Si ritiene che l’interpretazione incrociata delle serie di dati relative a questi parametri indipendenti consenta una migliore comprensione dei processi geodinamici che avvengono in profondità nelle fasi preparatorie di un terremoto (Toutain and Baubron, 1999). Poiché le variazioni dei parametri chimico-fisici oggetto del monitoraggio possono manifestarsi anche su intervalli temporali relativamente ristretti, anche nell’ordine di alcune ore, è necessario che il monitoraggio geochimico venga effettuato in modo continuo e dopo opportuna calibrazione del passo temporale di campionamento. La scelta dei parametri da misurare è generalmente guidata dalla conoscenza attuale dei possibili processi fisici e meccanici che avvengono in profondità nelle fasi che precedono un terremoto, cioè durante la fase di accumulo di energia sismica. Si ritiene che, come conseguenza della variazione di permeabilità del sistema associata all’accumulo di energia sismica (Sholz, 1973), si debbano attendere misurazioni variazioni della concentrazione di He, Ar, Rn, H 2 , CO 2 , CH 4 , H 2 S nei gas nel suolo e nelle acque profonde, oppure fenomeni di miscelazione tra acque di diversa origine per la rottura di barriere impermeabili, variazioni di temperatura e/o di salinità. La disponibilità di specifica strumentazione ad alta precisione è un ulteriore fattore che può influire sulla scelta dei parametri oggetto di monitoraggio. Sulla base di questi criteri generali, e nell’ambito di un protocollo di collaborazione tra il Settore Prevenzione Sismica della Regione Toscana e l’Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR di Pisa, a partire dal 2002 in Toscana è stata realizzata una rete di stazioni di monitoraggio 115 GNGTS 2013 S essione 2.1

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