GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

Per la muratura il metodo SP-BELA non è in grado, allo stato attuale, di descrivere in maniera affidabile il comportamento degli edifici ad elevata vulnerabilità (classi A e B) in quanto l’unico campione statisticamente significativo che può fornire i parametri necessari per calcolare la capacità strutturale è quello della muratura di buona qualità (classe C1). Per la valutazione della fragilità degli edifici in muratura si è deciso quindi di adottare una procedura ibrida che unisce alla metodologia meccanica SP-BELA i risultati delle osservazioni sui terremoti avvenuti in passato, sintetizzati nelle matrici di probabilità di danno (DPM). Le curve per le classi A e B sono state ottenute a partire dalla curva per la classe C1 attraverso l’applicazione di coefficienti moltiplicativi della media della distribuzione. Tali coefficienti sono stati calcolati a partire dalle matrici di probabilità di danno elaborate da Lagomarsino e Giovinazzi (2007) sulla base della scala EMS98 (Grünthal 1998). L’utilizzo di coefficienti moltiplicativi del valore medio acquista significato se si assume che, nel passaggio da una classe di vulnerabilità all’altra, si conserva il valore di dispersione della curva di fragilità (la qualità della muratura influenza solo il valore medio della curva). L’ipotesi di base è che al variare della classe di vulnerabilità le incertezze legate al comportamento strutturale non cambiano. La classe di vulnerabilità A è stata fatta corrispondere in Lagomarsino e Giovinazzi (2007) alla classe M1 (rubble stone), la classe B alle classi M3 e M5 (simple stone, unreinforced with manufactored stone units) e la classe C1 alle classi M4 e M6 (massive stone, unreinforced with RC floors). Per il c.a. le curve di fragilità sono state calcolate solo con il metodo meccanico SP-BELA in quanto non sono stati riscontrati problemi nella rappresentazione statistica del campione di edi- fici. I parametri necessari per la descrizione del campione di edifici in c.a. sono essenzialmente le variabili che influenzano le dimensioni geometriche degli edifici dato che il metodo integra un passo di progettazione simulata (Borzi et al. , 2008b). La dimensione degli elementi strut- turali e le armature non sono propriamente variabili aleatorie, ma vengono definite all’interno del progetto. Nel metodo SP-BELA la valutazione dei periodi di vibrazione e della capacità di spostamento da confrontare con lo spostamento imposto dal terremoto può essere condotta con riferimento a stati limite identificati numericamente. Pertanto, per poter utilizzare SP-BELA nella definizione di scenari di danno è necessario trovare una relazione fra gli stati limite di danno (danno lieve, severo e collasso) e i livelli di danno (da D0, nessun danno, a D5 collasso). Analogamente al caso della correlazione fra la vulnerabilità delle classi C1, A e B, la relazione fra livelli di danno e stati limite è stata definita sulla base dei dati di danno osservato e, per coerenza, è stato considerato anche in questo caso lo studio di Lagomarsino e Giovinazzi (2007). Le ipotesi di base sono state che il livello di danno D3 fosse corrispondente allo stato limite di danno severo e che il livello di danno D4 fosse corrispondente allo stato limite di collasso. Gli altri livelli di danno sono stati definiti applicando coefficienti moltiplicativi del valore medio della curva di fragilità del livello D3 per il calcolo di D1 e D2 e della curva del livello D4 per il calcolo di D5. Tali coefficienti sono stati infine calibrati sulla base dei dati reali del terremoto di L’Aquila 2009 per il quale si aveva a disposizione la distribuzione in livelli di danno, contenuta nelle schede di agibilità post-sismica. Calibrazione di SP-BELA sul terremoto aquilano. La calibrazione di SP-BELA è stata eseguita a partire dal database di danno ed agibilità del terremoto de L’Aquila, che contiene circa 80.000 edifici oggetto di sopralluogo. Per ottenere il risultato di scenario in termini di inagibili, crolli e danneggiati, tali da essere confrontabili con il dato reale fornito, è stata effettuata una regressione per mettere in relazione le distribuzioni dei livelli di danno con i relativi esiti di agibilità. Il database ha richiesto una preventiva elaborazione, avvenuta a cura del CNR-ITC de L’Aquila, secondo la quale il danno (sezione 4 della scheda AeDES) è stato pesato rispetto alle componenti strutturali, in modo da averne una valutazione sintetica e poter quindi stabilire una relazione biunivoca con gli esiti di agibilità della scheda. Nell’ottimizzazione del rapporto di correlazione tra esiti e livelli di danno si è assunto che le inagibilità siano descritte dal numero di edifici ricadenti in classe E mentre le agibilità sono 138 GNGTS 2013 S essione 2.1

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