GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

state associate all’esito A. Sono stati associati ai danneggiati gli esiti B (temporaneamente inagibile con provvedimenti) e C (parzialmente inagibile). Quest’ultimo esito, sebbene imponga la non fruibilità del bene, è comunque determinato da situazioni di danno estese ad una sola parte dell’edificio. L’esito F (inagibilità per rischio esterno) è stato attribuito alle inagibilità in quanto determina un’inagibilità effettiva, sebbene la causa dell’inagibilità non sia correlata alle condizioni intrinseche dell’edificio. Si deve inoltre precisare che la correlazione è unicamente incentrata sul danno di natura strutturale (sezione 4 della scheda AeDES) e non tiene conto di altri tipi di danno e cause esogene (danno non strutturale: sezione 5 della scheda AeDES o rischio geologico/ geotecnico) che possono aver determinato la natura dell’esito. Il rapporto ottenuto, in grado di ottimizzare sull’intero database la correlazione esito-danno, è pertanto dato da: • Agibili (esito A): D0+0.6•D1 • Danneggiate (esiti B+C): 0.4•D1+0.2•(D2+D3) • Inagibili (esiti E+F): 0.8•(D2+D3)+(D4+D5) Va rilevato che, utilizzando la regressione sul database aquilano, la definizione di edificio inagibile include anche livelli di danno bassi (buona parte di D2 e di D3) mentre gli edifici agi- bili sono descritti in massima parte da danno nullo (D0) ed in percentuale significativa anche da danno leggero (D1), congruentemente con la stessa definizione di agibilità. La formulazione descritta è stata quindi assunta per la conversione degli scenari da livelli di danno in esiti sin- tetici di agibilità. L’utilizzo del database Abruzzo 2009 ha presentato inoltre i seguenti problemi: • il database completo include i dati relativi a 129 comuni di cui solo una quota parte è associata a una percentuale di completamento significativa. Per i comuni più distanti dall’epicentro il rilievo non è avvenuto a tappeto, ma su richiesta da parte dei cittadini, pertanto il dato è riferito ai soli edifici oggetto di sopralluogo, con percentuali di completamento talvolta anche molto ridotte (10 - 20%); • nei comuni ispezionati a tappeto il numero di edifici risulta in diversi casi sensibilmente superiore rispetto al numero riscontrato nel database ISTAT. Ciò è tendenzialmente dovuto al fatto che l’edificio ISTAT non è definito sulla base di criteri strutturali ed il suo riconoscimento sul campo è stato condotto da personale non tecnico. Sono risultate quindi opportune le seguenti assunzioni: • solo i comuni con una percentuale di rilevamento superiore al 30% sono stati presi in considerazione; la percentuale residua (rispetto al totale di edifici secondo ISTAT) è stata considerata costituita da edifici agibili; • quando la percentuale di rilevamento risultava superiore al 100% gli edifici eccedenti sono stati aggiunti ai risultati di scenario e ridistribuiti in proporzione tra questi secondo le percentuali di agibili, danneggiati e inagibili descritte in precedenza. In Fig. 1 vengono confrontati i risultati ottenuti per il terremoto de L’Aquila in termini di livelli di danno ed esiti di agibilità. I grafici mostrano un buon accordo tra i dati reali e le ela- borazioni svolte con SP-BELA: la differenza tra le distribuzioni dei livelli di danno non supera il 3% e la massima differenza in termini di esiti di agibilità si presenta per gli edifici inagibili per i quali SP-BELA sovrastima il dato reale di circa il 16%. Confronto dei risultati di SP-BELA con dati reali di terremoti italiani. Al fine di testare ulteriormente l’affidabilità della procedura SP-BELA, sono stati calcolati alcuni scenari relativi a terremoti relativamente recenti con caratteristiche diverse: • Pollino 2012 (Mw=5.4) • Lunigiana gennaio 2013 (Mw=5.0) • Lunigiana giugno 2013 (Mw=5.4) • Abruzzo 1984 (Mw=5.7) • Umbria-Marche 1997 (Mw=5.9) • Molise 2002 (Mw=5.7). 139 GNGTS 2013 S essione 2.1

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