GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

fenomeni stessi (Scionti et al ., questo volume). In tal senso tale approccio è stato introdotto anche in un altro documento (Linee guida LQ, 2013), riguardante le liquefazioni, anch’esso in corso di definizione. Tipologie di zone per le FAC. Nelle Linee guida FAC (2013) vengono definite tre tipologie di zone: zone di attenzione (ZA), zone di suscettibilità (ZS) e zone di rispetto (ZR). La FAC, rappresentata generalmente come un segmento lineare, viene distinta in FAC_a (certa e definita) e FAC_b (incerta). Queste ultime non hanno rilevanza, al momento, nella proposta di disciplina d’uso. I parametri che definiscono le zone sono riferibili ad elementi conoscitivi e ad analisi valutative. Per l’individuazione della ZA vengono accettati “elementi informativi minimi” (riconducibili al contesto conoscitivo proprio del Livello 1 degli studi di MS) e analisi valutative con ampio grado di incertezza (“supposta traccia del piano di rottura”; “probabili fenomeni deformativi”). Presupposto per l’individuazione delle ZS e delle ZR è la diversa definizione degli elementi conoscitivi (“elementi informativi specifici” definiti secondo una scala a 4 livelli) e da analisi valutative che riguardano la FAC stessa come elemento chiave per la definizione della zona, sia che portino all’individuazione di FAC_b, sia di FAC_a. In quest’ultimo caso, con massimo livello di certezza e identificazione, è possibile delimitare la ZR. Le Linee guida (2013) definiscono per ciascuna tipologia di queste zone (riconducibili al contesto conoscitivo proprio del Livello 3 degli studi di MS), criteri per il dimensionamento e per la delimitazione. Disciplina d’uso. A partire dalla definizione delle zone di faglia, nelle Linee guida FAC (2013) vengono definiti criteri e indicazioni per la pianificazione urbanistica e territoriale delle aree che ricadono in tali zone, ipotizzando una disciplina d’uso del suolo e di trasformazione urbana. La sovrapposizione delle zone di faglia con le diverse aree urbanistiche ha bisogno, però, di una semplificazione, concettuale, richiesta dalla particolare complessità della normativa urbanistica sullo specifico tema, riferita alle singole Regioni. Pertanto è stato necessario riferirsi convenzionalmente a tre categorie di aree urbanistiche, condivisibili a livello disciplinare nella loro definizione e facilmente riconducibili alle diverse definizioni esistenti in campo normativo. Le tre categorie di aree urbanistiche vengono definite nel modo seguente: • Aree edificate (recenti o consolidate) : Aree urbanizzate ed edificate di diverso livello di completamento, consolidamento e stratificazione. Comprendono centri storici, tessuti consolidati, aree in completamento con usi residenziali, produttivi, a servizio o misti. • Aree non edificate (con previsione di trasformazione) : Aree non edificate, parzialmente edificate o con previsione di nuovi insediamenti - residenziali, produttivi, a servizio misti - di manufatti edilizi, di infrastrutture e reti. Tali aree possono trovarsi sia in adiacenza ad aree edificate, sia in contesti ancora non urbanizzati. • Aree non urbanizzate a trasformabilità limitata : Aree non edificabili o con limitate previsioni di edificabilità, sia per destinazione d’uso (aree agricole), che per la presenza di vincoli e forme di tutela (vincolo paesistico, archeologico, aree protette, ecc.). Tab. 1 - Indirizzi urbanistici. 192 GNGTS 2013 S essione 2.2

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