GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

In corrispondenza delle intersezioni di queste categorie di aree con le zone di faglia, sono stati individuati criteri e indicazioni di tipo urbanistico, che fanno riferimento a parametri urbanistici quali le categorie di intervento e le destinazioni d’uso (Tab. 1), e criteri e indicazioni di tipo edilizio riguardanti le classi d’uso consentite e l’applicazione della normativa tecnica (Tab. 2). Le indicazioni urbanistiche ed edilizie proposte sono tanto più specifiche quanto più dettag- liati sono i livelli di approfondimento conoscitivo di MS: in ZA le indicazioni sono prevalente- mente rimandate a successivi approfondimenti di Livello 3. In ZS e ZR, in cui gli approfon- dimenti di Livello 3 sono stati effettuati, le indicazioni di tipo urbanistico vengono esplicitate in appositi Programmi Zone Instabili (PZI), studiati per individuare obiettivi, incentivi finan- ziari, strumenti e metodi di attuazione ritenuti più opportuni per la riduzione degli eventuali effetti dovuti alla rottura e dislocazione della superficie dei terreni nell’insediamento urbano. In dettaglio è possibile riassumere il significato per entrambe le tabelle, sulle indicazioni di tipo urbanistico ed edilizio, relative alle tre categorie di aree urbanistiche, nel modo seguente. Nelle Aree edificate (recenti o consolidate) ricadenti in ZA per tutti gli interventi di nuova edificazione (nei lotti vuoti) e gli interventi sull’edificato esistente, devono essere espletati i necessari approfondimenti geologici, propri del Livello 3 di MS, al fine di individuare ZS e ZR. L’assenza di approfondimenti preclude interventi di nuova costruzione e vengono consentiti esclusivamente interventi finalizzati alla messa in sicurezza dell’edilizia esistente. In fase post sismica, quando le condizioni di danneggiamento dell’edificato esistente inducono a intervenire con urgenza, tali aree devono essere oggetto di un PZI. Anche nel caso in cui le Aree edificate (recenti o consolidate) ricadano in ZS e ZR, tutti gli interventi sugli edifici esistenti e le nuove costruzioni sono rimandati alla predisposizione di uno specifico PZI. Il PZI è lo strumento operativo per intervenire sulla base del contesto fisico e delle condizioni economiche e sociali del comune nel quale si opera. L’obiettivo generale del PZI è ridurre al massimo gli effetti che si possono determinare a causa della presenza del fenomeno di instabilità, tenendo conto delle reali condizioni di fattibilità economica e prevedendo i percorsi attuativi congruenti con la regolamentazione locale. Da questo punto di vista il PZI vuole essere uno strumento estremamente flessibile con il quale vengono verificate le condizioni di Tab. 2 – Indirizzi edilizi sulle classi d’uso consentite e sull’obbligatorietà di intervento con riferimento alla normativa tecnica antisismica. (ONT = obbligatorietà dell’intervento sull’edilizia esistente; LT = limitazione totale; NT = classi di intervento previste). 193 GNGTS 2013 S essione 2.2

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