GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

alla paleotopografia dell’area al momento della messa in posto delle lave recenti (Fig. 1). La superficie è stata ricostruita mediante l’interpolazione dei dati contenuti in una griglia di profili geologici alla scala 1:5000, basati sui risultati di un rilievo geologico di dettaglio che hanno permesso di definire i vincoli per poter correlare lateralmente le stratigrafie di numerose per- forazioni utilizzate. La paleotopografia è stata rappresentata come modello digitale 3D, basato su curve di livello con equidistanza a 10 m. Il modello 3D evidenzia chiaramente la presenza di una valle, con asse orientato NO-SE, il cui sbocco è sospeso al tetto di una scarpata lineare, ad orientazione NE-SO e di altezza pari a circa 20 m, che separa i settori nord-occidentali, topogra- ficamente più elevati, da quelli sud-orientali dell’abitato. In corrispondeza della scarpata, è stata riconosciuta una faglia normale che, nel suo lato sud-orientale, ribassa i terreni del substrato per circa 150 m. Pertanto l’approfondimento della valle raffigurata nel modello 3D può essere mes- so in relazione con i movimenti di sollevamento tettonico del letto della faglia ad orientazione NE-SO. Se proiettato sul modello digitale 3D, il campo di fratture sviluppatosi durante l’evento sismico del 2002 appare centrato sull’asse della paleovalle, andandosi ad annullare sia verso il coronamento, a monte, che in corrispondenza del suo sbocco lungo la scarpata, verso valle. La zona di fatturazione mostra una lunghezza complessiva di circa 1 km ed è composta da una serie di fratture molto ravvicinate, orientate da N10° a N20° e lunghe da 100 a 300 m. I profili geologici ricostruiti attraverso la zona di fatturazione (Fig. 2, per la localizzazio- ne vedi Fig. 1), evidenziano la chiara continuità degli orizzonti del substrato, verificata sulla base dei dati geologici di superficie e confermata dai logs delle perforazioni e dai dati della sismica attraverso la zona di frattura. Il profilo 2, esteso attraverso tutto il sottosuolo dell’a- bitato con direzione NE-SO, taglia trasversalmente l’asse della paleovalle, rimanendo in gran parte nel letto della faglia ad orientazione NE-SO, che viene incrociata, con un basso angolo di incidenza, in corrispondenza della porzione sud-occidentale. Lungo il profilo è possibile riconoscere la presenza di due principali valli sepolte, entrambe modellate su una successione costituita dalle Lave Alkaline pre-Tirreniane e dai sovrastanti Lahars di Acireale (Catalano et al. , 2013b). La valle più settentrionale attraversa è sepolta dai depositi alluvionali della conoide del “Chiancone” (Calvari e Groppelli, 1996), mentre quella più meridionale, oggetto di studio, è riempita da lave oloceniche e da alluvioni, correlabili lateralmente con il tetto dell’adiacen- te conoide. Il dettaglio del riempimento della valle è rappresentato nel profilo 1, all’interno del quale sono stati separati gli orizzonti lavici massivi, attraversati dai sondaggi, da quelli a prevalenza scoriacea che sono stati assimilati e rappresentati insieme ai livelli clasti di natura alluvionale. Il risultato è un profilo di carattere litotecnico da poter confrontare con i risultati delle misure del microtremore. Fig. 2 – Profilo litotecnico attraverso la paleo valle sepolta (profilo 1) e profilo geologico del sottosuolo di Santa Venerina (profilo 2) (per l’ubicazione vedi Fig. 1). I profili sono corredati dai diagrammi delle curve dei rapporti spettrali H/V derivanti da misure di microtremore effettuate in siti ubicati lungo i profili, ed indicati dalle frecce. 211 GNGTS 2013 S essione 2.2

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