GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

gradienti coniugati precondizionati” (Levenberg, 1944; Marquardt, 1963; More, 1977; Dennis, 1977; Coleman and Li, 1994, 1996). (Caccamo et al. , 2002, 2004, 2005, 2007 a,b e c; Bussetti, 1983, D’Amico et al. , 2007 ). 1) Per valutare la soglia di completezza dell’insieme di dati ottenuto, si usa il diagramma magnitudo-frequenza di Gutenberg-Richter dato dalla legge: y = log 10 N = a + b ( M m – M ) (Gutenberg e Richter, 1954) dove M m è la magnitudo della scossa principale, e i parametri a e b sono costanti. Il parametro a si riferisce alla quantità di terremoti avvenuti in quella regione. Del parametro b , tipicamente prossimo ad 1, col metodo Delta/Sigma se ne calcolano le variazioni temporali ed il suo errore, per ogni sequenza studiata. La banca di dati, da noi principalmente utilizzata, per individuare la soglia di completezza, è quella dell’USGS, in quanto presenta dei formati compatibili con quelli utilizzati nel Delta/ Sigma. Va detto che gli studi da noi fatti, fino ad oggi, sulla previsione delle forti repliche ci hanno indotto a porre in tutte le misure, in modo rigoroso e perciò facilmente utilizzabile anche da altri ricercatori, come non accettabile una perdita di dati superiore al 10%, pertanto se y = log 10 N = a + b ( Mm – M ) rappresenta l’ordinata di un punto qualunque della retta nera (fit della Gutenberg-Richter, Fig. 2) e Y l’ordinata di un generico punto della linea rossa, si ha: Y = y – 10% y Il criterio usato per stabilire la magnitudo di completezza minima M c consiste, allora, nel calcolare la retta di regressione (linea nera, Fig. 2) per i terremoti di magnitudo M ≥ 4.0 prendendo come magnitudo di soglia M s il primo punto che cade al di sotto della retta parallela (linea rossa, Fig. 2; M s = 4.2). Se M c < 4 si assume M c = M th = 4, (M th magnitudo di completezza di soglia), in modo da effettuare il fit solo sui terremoti con magnitudo superiore a 4, perché detti eventi li riteniamo più completi in uno studio statistico delle previsioni. (Caccamo et al. , 2005, 2007 a, b, e c; D’Amico et al. , 2010) Va, altresì detto che la durata temporale della sequenza è definita dall’espressione d = n 1 + n 2 , dove d è l’ultimo termine della sequenza temporale, n 1 è il numero di scosse del primo giorno e n 2 il numero di giorni che seguono, dopo l’ n 1 , all’interno dei quali sono contenuti 10 giorni successivi che presentano zero repliche. Fig. 2 – Diagramma di Gutenberg-Richter per i primi dieci giorni. A partire dalla magnitudo più bassa, il primo punto (indicato dalla freccia), più vicino e che sta al di sotto della retta rossa, rappresenta il minimo valore di magnitudo, per cui i dati si possono ritenere completi. In questo caso è M c = 4.2. 36 GNGTS 2013 S essione 1.1

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