GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

in modo da caratterizzare, in termini di velocità delle onde di taglio, sia le principali unità lito-stratigrafiche presenti nell’area di studio (soprattutto le unità di copertura), sia le zone totalmente prive di altre indagini di tipo geofisico. Le curve di dispersione si sono dimostrate quasi immuni dal disturbo industriale che si presenta solo in una di queste alle più basse frequenze. La quasi assenza di disturbo è imputabile alla diversa banda di frequenza caratterizzante questo tipo di curva (rispetto a quella della curva HV(f) ), al diverso metodo d’analisi del segnale (volto a riconoscere essenzialmente i rapporti di fase delle onde, senza riferimento ai valori di ampiezza) ed alla minore intensità del disturbo industriale nella componente verticale. Nuovo metodo ad hoc per l’utilizzo delle curve HV(f) nella definizione del profilo di velocità delle onde S. Come accennato nell’introduzione, un’efficace strategia per definire i profili di velocità delle onde S nei diversi punti di misura e per tracciare l’andamento della superficie risonante è quella di procedere all’inversione congiunta delle curve HV(f) e delle curve di dispersione. Tuttavia, la pessima qualità delle curve HV(f) disponibili nel Comune di Massa preclude la percorribilità di questa via, confinando l’applicabilità della procedura d’inversione alle sole curve di dispersione. Essendo il protocollo d’inversione di cui ci si vale basato sugli algoritmi genetici ( e.g. , Picozzi e Albarello, 2007; Pileggi et al. , 2011; Albarello et al. , 2011), è necessario stabilire ex ante uno spazio di ricerca delle soluzioni, in forma di limiti sulle caratteristiche meccaniche degli strati del profilo di sottosuolo da ricercare (spessore, velocità delle onde P ed S, densità, fattori d’attenuazione). A tal fine, si sono utilizzate le informazioni disponibili, in particolare quelle fornite dal rilievo geologico-geomorfologico e da alcune prove in foro di tipo down-hole , corredate dai profili stratigrafici, le quali hanno così limitato la grande variabilità della soluzione, tipica dell’inversione della sola curva di dispersione. Successivamente, i profili stratigrafici così ottenuti sono stati modificati manualmente, affinché le curve HV(f) sintetiche da essi generate (Lunedei e Albarello, 2009) mostrassero un massimo principale che ricadesse nell’intervallo stimato di f 0 della più prossima misura a stazione singola almeno di livello β. In particolare, si sono determinati i profili stratigrafici “limite”, che generano picchi della curva HV(f) corrispondenti agli estremi del suddetto intervallo di frequenze, e che si differenziano essenzialmente per il diverso spessore delle coperture; l’operazione di adattamento ha talvolta provocato una perdita nella qualità della riproduzione della curva di dispersione. I profili sismo-stratigrafici così ottenuti consentono di determinare limiti approssimativi di variazione della profondità del substrato geologico. Un ulteriore problema s’è affacciato in questa fase: mentre la velocità delle onde S caratterizzante tale substrato è concordemente stabilita da tutte le indagini non inferiore (e quasi sempre ben superiore) a 1000 m/s, quella di parte delle coperture ammette, tenendo conto anche delle indagini in foro, un’ampia variabilità di stime, tanto al di sopra quanto al di sotto di 800 m/s. Ne consegue che il substrato sismico può coincidere o no con quello geologico e, nel secondo caso, l’interfaccia che lo separa dalle coperture si trova al di sopra della quota batimetrica del secondo. Tuttavia, nel quadro di drastiche approssimazioni qui considerate questo potenziale problema è stato totalmente assorbito dall’incertezza sulla localizzazione del substrato geologico stesso, cosicché l’effettiva attribuzione della velocità delle onde S nelle coperture più profonde, presumibilmente anche spazialmente eterogenea, ha perso d’interesse ai fini della determinazione delle proprietà sismiche del territorio. Si è quindi supposto che il contrasto d’impedenza rilevante si collochi comunque all’interfaccia fra il substrato geologico e le coperture. Palesemente, la condizione delle curve HV(f) non consente di determinare in modo univoco tale profondità, lasciando spazio alla sola possibilità di stimare un intervallo di valori, rispecchiante gl’intervalli di frequenza stimati. Per assegnare a ciascuno di questi ultimi, indi ad ogni punto soggetto ad una misura a stazione singola di livello α o β, detto intervallo di profondità della superficie risonante, si è proceduto ad estrapolare, dalle informazioni ottenute, 259 GNGTS 2013 S essione 2.2

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