GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
Questa differenza può essere imputata a varie cause: • l’analisi agli elementi finiti è basata su una discretizzazione della realtà, intendendo con ciò che i campi di spostamento vengono approssimati attraverso funzioni di forma predefinite all’interno di ciascun elemento; • mentre le proprietà di massa e rigidezza sono facilmente valutabili sulla base delle proprietà dei materiali e della geometria degli elementi, risulta molto più difficile tenere correttamente conto delle proprietà di smorzamento della struttura all’interno del modello: infatti, lo smorzamento strutturale è legato non solo alle proprietà dei materiali ma anche ad una serie di altri meccanismi difficili da modellare analiticamente (apertura e chiusura di microfessure nel calcestruzzo, interazione con elementi non strutturali, ecc.); • la geometria effettiva può essere diversa da quella considerata nel modello; • la difficoltà a cogliere nel modello il contributo alla rigidezza fornito dagli elementi non strutturali. Per colmare la lacuna tra struttura reale e modello è necessario, allora, ricorrere a tecniche sperimentali come OMA che consente di sfruttare il rumore ambientale per l’identificazione strutturale evitando, così, il ricorso ad attrezzature particolari (vibrodine, martelli strumentati, eccitatori oleodinamici o elettrodinamici) che eccitino direttamente la struttura. I metodi per l’estrazione dei parametri modali di una struttura in presenza di sola eccitazione ambientale possono essere raggruppati nelle due principali categorie dei metodi non parametrici e dei metodi parametrici. Si tratta, in generale, sia di metodi operanti nel dominio del tempo, sia di metodi operanti nel dominio della frequenza. Per l’analisi delle vibrazioni ambientali è stato utilizzato l’algoritmo LMS Polymax che utilizza lo stimatore Least Squares Complex nel dominio della frequenza (LSCF) e permette di identificare frequenze, smorzamenti e forme modali della struttura. L’affidabilità del modello matematico definito nella terza fase è strettamente legata alla qualità di questa identificazione. Pertanto è fondamentale verificare la qualità dei parametri identificati attraverso una serie di indici come il Modal Phase Collinearity (MPC) che misura il grado di complessità dell’autovettore e il Modal Assurance Criterion (MAC) che stima il grado di ortogonalità delle forme modali. La definizione dell’input sismico alle fondazioni dell’edificio. In generale, la definizione dell’input sismico alle fondazioni segue i seguenti punti: • determinazione delle azioni sismiche di ingresso al basamento sismico; • definizione del modello di sottosuolo a partire dai risultati delle indagini geologiche, geotecniche e geofisiche disponibili integrate con le misure di rumore ambientale; • esecuzione delle analisi numeriche di risposta sismica locale ed elaborazione dei risultati ottenuti in termini di spettri di risposta in spostamento ed accelerazione. Definizione dell’input sismico. Come spettro di riferimento al basamento viene assunto lo spettro di normativa (NTC08) per categoria di sottosuolo A con riferimento ad un periodo di ritorno di 475 anni. Successivamente vengono selezionati, dalla banca dati ITACA ( Italian Accelerometric Archive - http://itaca.mi.ingv.it/ItacaNet/) sette accelerogrammi compatibili con lo spettro di riferimento nel campo di periodi di interesse. In particolare, la condizione di compatibilità è considerata rispettata se lo spettro di riposta medio dei sette segnali non presenta uno scarto maggiore del 10% in difetto rispetto allo spettro di riferimento, nel campo di periodi definito dai modi di vibrazione significativi dell’edificio considerato. In accordo alle NTC08, i segnali accelerometrici sono selezionati anche in modo da essere rappresentativi della sismicità dell’area. A tal fine la selezione dei segnali avviene fissando opportuni campi di variazione della magnitudo e della distanza sito-sorgente sismica. Questa finestra è definita esaminando la posizione del sito in relazione alle principali strutture sismogenetiche attive regionali catalogate nel Database of Individual Seismogenic Sources - DISS (Basili et al. , 2008; Gruppo di Lavoro DISS, 2010). Tale catalogo per ciascuna struttura attiva riporta, tra l’altro, dimensioni geometriche e massima magnitudo potenziale. 269 GNGTS 2013 S essione 2.2
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