GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

informazioni e per il calcolo della pericolosità, legata alle instabilità cosismiche, al fine di mitigare il rischio per le aree con previsioni di trasformazione e per le aree edificate. Le deformazioni permanenti negli ICMS. Gli ICMS e le linee guida in fase di predisposizione che, a seguito della condivisione con le Regioni, ne faranno parte integrante, devono necessariamente basarsi su documentazione tecnico-scientifica condivisa a livello nazionale (NTC, 2008 e AGI, 1977 e 2005). Negli ICMS le instabilità cosismiche trattate sono: • le instabilità di versante; • la liquefazione; • le faglie attive e capaci; • i cedimenti differenziali. Negli studi di MS, tali elementi fenomeni cosismici caratterizzano alcune tipologie di zone ( zone suscettibili di instabilità ) e sono individuate, qualitativamente, in base alle informa- zioni minime acquisite nel livello 1 e, solo in un secondo tempo, sono analizzate e definite quantitativamente, nei livelli di approfondimento successivi. Le instabilità di versante possono coinvolgere pendii in terreni coerenti ed incoerenti e si possono attivare lungo pendii impostati su ammassi fratturati. Nel livello 2 degli ICMS le frane, distinte per tipologia (crollo, ribalta- mento, scorrimento, colata e complessa) e per attività (attiva, quiescente, inattiva), sono ana- lizzate attraverso metodi semplificati, basati su abachi e relazioni empiriche. Tali metodi presuppongono schematiz- zazioni ed assunzioni tali da consentire la stima dell’ordine di grandezza degli spostamenti massimi attesi a seguito di movimenti di versante dovuti al sisma. Pertanto, nella procedura per la defini- zione delle instabilità di versante sono indicati diversi metodi di analisi, tra i quali quelli pseudostatici (Okabe, 1924) e dinamici semplificati (Newmark, 1965) per le verifiche di stabilità di un pendio di terreno in condizioni sismi- che; mentre, per le frane sismoindotte che coinvolgono ammassi rocciosi frat- turati, si eseguono stime relative alla delimitazione dell’area di accumulo della roccia attraverso diversi approc- ci (Harp e Noble, 1993; Barton, 1998; Varnes, 1984). Fig. 1 – Diagramma di flusso che illustra i 2 livelli di approfondimento per la definizione delle zone suscettibili di instabilità. ZA = Zona di Attenzione; ZS = Zona di Suscettibilità; ZR = Zona di Rispetto. 335 GNGTS 2013 S essione 2.2

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=