GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

tutela dell’integrità fisica, ambientale e dell’identità culturale, relative al proprio territorio, in coerenza con il PTCP; RUE – Il Regolamento Urbanistico e Edilizio, in conformità alle previsioni del PSC, il RUE disciplina gli interventi e le trasformazioni negli ambiti consolidati e nel territorio rurale, gli interventi diffusi sul patrimonio edilizio esistente sia nel centro storico che negli ambiti da riqualificare; POC – Il Piano Operativo Comunale, è lo strumento urbanistico che individua e disciplina, per gli ambiti di riqualificazione e per i nuovi insediamenti previsti dal PSC, gli interventi di tutela e valorizzazione, di organizzazione infrastrutturale e trasformazione del territorio da realizzare nell’arco temporale di 5 anni; PUA – Il Piani Urbanistici Attuativi, sono gli strumenti urbanistici di dettaglio che danno attuazione agli interventi di nuova urbanizzazione e di riqualificazione disposti dal POC; Finalità strategiche della Variante al PTCP in materia di riduzione del rischio sismico. Tutti i Comuni della Regione Emilia-Romagna sono classificati sismici con diverso grado di pericolosità. In particolare nel territorio della Provincia di Bologna sono classificati in “ZONA 2” (sismicità media) 12 comuni della zona Est verso l’Imolese e in “ZONA 3” (sismicità bassa) gli altri 48 comuni (vedi Fig. 1). In ottemperanza alle Leggi Regionali 20/2000 e 19/2008, che stabiliscono che nei territori regionali individuati come zone sismiche gli strumenti di pianificazione territoriale (PTCP) e urbanistica (PSC) concorrono alla riduzione e alla prevenzione del rischio sismico e orientano le proprie scelte verso scenari di sviluppo del territorio coerenti con l’obiettivo comune di indirizzare le scelte verso ambiti esposti a minore rischio, l’Amministrazione Provinciale ha predisposto l’elaborazione di una Variante al PTCP, in coerenza con l’atto di indirizzo e coordinamento tecnico approvato con delibera 112/2007 dalla Regione Emilia-Romagna, integrando il proprio piano con una apposita TAVOLA SUGLI EFFETTI SISMICI LOCALI ATTESI (TAV. 2C), unitamente alla definizione di specifici indirizzi normativi a sostegno della corretta declinazione del tema nella Pianificazione Comunale. Livelli di pianificazione sismica. La delibera dell’Assemblea Regionale (DAL) 112/2007, indica che gli studi di risposta sismica locale e microzonazione sismica vanno condotti secondo 2 fasi di analisi con un approccio al tema del rischio sismico graduale relativo ai diversi livelli di pianificazione, con approfondimenti differenziati a seconda delle finalità, delle competenze e scale di lavoro. La pianificazione territoriale provinciale deve fornire con il PTCP indicazioni per attuare la riduzione del rischio sismico, definendo i limiti e li condizioni per la trasformazione del territorio, sulla base delle conoscenze della pericolosità sismica potenziale del territorio (effetti attesi), mentre lo strumento di pianificazione comunale (PSC) deve approfondire le conoscenze messe a disposizione dal PTCP, e individuare il grado di pericolosità locale del territorio attraverso la realizzazione della microzonazione sismica, relativa al sistema urbanizzato e a quello suscettibile di urbanizzazione, definendo prescrizioni per la riduzione del rischio sismico, fissando soglie di criticità e condizioni per la realizzazione degli interventi di trasformazione in coerenza con la norma del PTCP. La microzonazione permette al PSC la localizzazione degli interventi di trasformazione urbana in aree stabili, anche in relazione alla programmazione delle opere pubbliche (strade, reti infrastrutturali). La variante al PTCP relativa al territorio della Provincia di Bologna ha sviluppato la prima fase di studio prevista dalla DAL 112/2007, ovvero ha provveduto a definire gli scenari di pericolosità sismica locale, cioè ad identificare le parti di territorio suscettibili di effetti locali (amplificazione del segnale sismico, cedimenti, instabilità dei versanti, fenomeni di liquefazione, rotture del terreno, ecc.). L’individuazione delle aree soggette ad effetti locali si è basata su rilievi, osservazioni e valutazioni di tipo geologico e geomorfologico, svolte a scala territoriale, associate a raccolte di informazioni sugli effetti indotti dai terremoti passati. 356 GNGTS 2013 S essione 2.3

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