GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

Entrando nello specifico delle principali aggregazioni geologiche individuate nella norma del piano, le disposizioni condivise con i comuni in sede di procedimento di Variante sono: –– per quanto riguarda le Faglie e/o discontinuità tettoniche (identificate con sigla D) si precisa che per tali aree sono da effettuarsi approfondimenti di III° livello solo qualora le faglie individuate nella Tavola attraversino aree interessate da previsioni urbanistiche. Tale approfondimento comunale più che essere finalizzato a stabilire lo stato di attività della faglia (nell’Appennino bolognese non sono finora state segnalate faglie attive e capaci come definite negli “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica” 2008), ha lo scopo di approfondire l’effettiva risposta sismica locale in corrispondenza delle stesse e qualora gli esiti confermassero lo stato di instabilità e di pericolosità sismica, alle aree interessate dalle faglie saranno da applicare le limitazioni e la disciplina delle frane attive (FP, F); –– per le aree instabili ovvero le Frane Attive (FP pendenti >=15°e F <15°) come già detto la norma non ammette nuove trasformazioni urbanistiche e territoriali, compresa la realizzazione nei suoli pendenti di edifici anche se finalizzati all’attività agricola. In queste aree le indagini di III° livello sono richieste nei casi in cui vi ricadano interventi collegati alle infrastrutture di pubblica utilità. È inoltre specificato nella norma che le limitazioni alla edificazione previste per le zone FP e F non si applicano alle previsioni urbanistiche e agli interventi edilizi negli ambiti urbani consolidati, quando questi sono in attuazione di previsioni del Piano Regolatore Generale (residui di pianificazione), o di POC, PUA o RUE adottati prima della variante al piano; –– per le frane Quiescenti (QP pendenti >=15°e Q <15°) le indagini di III° livello sono necessarie per verificare il grado di stabilità del versante in condizioni dinamiche e nel caso di instabilità saranno da applicare le limitazione delle frane attive; –– per le scarpate con acclività >50° (P50) richiedono valutazioni del coefficiente di amplificazione topografico, della stabilità lungo il pendio in condizioni sismiche e nell’area di influenza di eventuali crolli (approfondimenti di III° livello) da svolgere nel caso di interventi per infrastrutture e impianti di pubblica utilità non diversamente localizzabili (unici interventi ammessi). Gli approfondimenti dovranno anche definire una fascia di rispetto di inedificabilità a monte e a valle della scarpata stessa; –– per le aree soggette a liquefazione sono state individuate due sottoclassi di suoli: - identificati con sigla L1, aree in cui si ritiene possibile la presenza di sabbie sottofalda nei primi 20 m (condizione da accertare), - e aree con presenza accertata di sabbie prevalenti sottofalda nei primi 20 m identificate con sigla L2; per operare in tali aree è necessario svolgere approfondimenti di III° livello; –– le aree collinari del nostro territorio interessate dalla “Vena del Gesso”, sono state valutate potenzialmente instabili per la presenza di cavità sotterranee (sigla G), gli approfondimenti di III° livello dovranno verificare lo stato di pericolosità e conseguentemente definire gli interventi ammissibili; –– una classe di terreni incoerenti e incerti per caratteristiche litologiche e morfologiche sono le Aree di cava, di discariche e i depositi terre di scavo (R), ove sarà il III° livello a definire le modalità di possibile utilizzo; –– Per quanto riguarda gli interventi edilizi diretti in ambito agricolo rurale, in aree classificate dal piano provinciale come frane attive, il relativo Permesso a costruire potrà essere rilasciato a fronte di una relazione geologica-sismica che dimostri lo stato di “inattività” della frana. Qualora questo studio accerti e confermi la presenza della frana attiva si applica il divieto a realizzare nuovi interventi edilizi. Nel caso invece degli interventi edilizi sul patrimonio edilizio esistente si precisa che in aree classificate FP e F sono ammessi tutti quelli che non comportino ampliamenti rispetto alla superficie esistente, ossia che non aumentino di carico antropico. Rispetto alla cartografia di Piano e alle norme descritte lo strumento urbanistico comunale, ovvero il PSC, limitatamente alle parti del territorio urbanizzato, urbanizzabile, ambiti di 361 GNGTS 2013 S essione 2.3

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