GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

Il territorio della Regione è esposto a diversi rischi naturali, tra cui quello sismico. Nel corso degli ultimi 150 anni ci sono stati risentimenti con danneggiamenti e perdite di vite umane per il terremoti avvenuti nella zona di Avezzano (1915), di San Donato Val Comino (1984), terremoto dell’Umbria-Marche (1997) e per l’evento sismico che ha colpito la zona dell’Aquilano nel 2009. Inoltre terremoti di media intensità, ma molto frequenti, avvengono nella zona viterbese e dei Colli Albani, mentre terremoti molto forti, ma relativamente poco frequenti, avvengono invece nelle zone appenniniche della provincia di Rieti e del basso Frusinate. La zonazione sismica della Regione in base alla DGR Lazio n. 387/09 prevede tre zone sismiche e i 378 comuni sono classificati in percentuale rispetto alla superficie, alla popolazione e al numero di comuni totali secondo quanto indicato nella Tab. 1: Tab. 1 – Rapporto fra zone sismiche e percentuale di comuni, popolazione e superficie. Zona Sismica % Comuni % Popolazione % Superficie 1 10.6 2.3 11.8 2 65.4 53.7 56.0 3 24.0 44.0 32.2 Dopo il terremoto del Molise 2002, quando 27 bambini morirono nel crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, una serie di iniziative a scala nazionale furono implementate per la mitigazione del rischio sismico. Attività di Prevenzione. Anche la Regione, come le altre regioni italiane, ha formulato il suo piano di prevenzione sismica che si divide in a) misure non strutturali e b) misure strutturali. Le attività di Prevenzione Sismica che la Regione sta svolgendo dagli inizi del 2000, fortunatamente sempre in tempo di pace sismica, si orienta su cinque filoni principali. 1. Pericolosità sismica di base (Zonazione Sismica); 2. Effetti locali per amplificazione di sito a seguito di un terremoto (MS); 3. Verifiche Sismiche e Interventi di Adeguamento Sismico su edifici strategici o rilevanti ai fini di Protezione Civile; 4. Normativa, Linee Guida e regolamentazioni per la prevenzione sismica in sede di pianificazione urbanistica e territoriale; 5. Formazione e Divulgazione. Relativamente alle misure non strutturali, sono sati predisposti corsi di formazione sulle nuove norme tecniche emanate in Italia dopo il 2003, sono stati effettuati studi per la riclassificazione sismica del territorio avvenuta con due atti normativi nel 2003 e nel 2009 (DGR 387/09) il cui risultato è visibile nella tabella sopra evidenziata. Inoltre sono stati eseguiti studi pilota in MS che hanno permesso di redigere delle Linee Guida Regionali (DGR 545/10). Questo ultimo punto presenta un carattere di eccellenza nella Regione in quanto la MS costituisce un valido e ormai riconosciuto strumento per analizzare la pericolosità sismica locale applicabile alla pianificazione urbanistica, territoriale e per l’emergenza. Ai fini pianificatori è fondamentale identificare qualitativamente e/o quantitativamente gli effetti di amplificazione del moto sismico e di instabilità attraverso una serie di azioni che, partendo dai risultati delle analisi di pericolosità sismica di base, analizzino i caratteri sismici, geologici, geomorfologici e geologico-tecnici del sito. La Regione ha previsto l’erogazione di aiuti economici sotto forma di contributo per la predisposizione dei Livelli di MS di Livello 1 (livello di base) per tutti i Comuni del Lazio (DGR 545/10). Nel periodo 2010-2012 La Regione con tre diversi atti normativi ha strutturato l’esecuzione dei tre livelli di Microzonazione Sismica sul territorio regionale (DGR 545/10, DGR490/11, DGR 535/12). Come punta di eccellenza è l’emanazione di Abachi Regionali per il secondo livello (DGR 490/11) che al momento appaiono gli unici emanati a livello regionale dopo gli Indirizzi e Criteri Nazionali emanati nel 2008 (ICMS – GdL 2008). 363 GNGTS 2013 S essione 2.3

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