GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

Legge del 24 giugno 2009, n. 77 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, recante interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori interventi urgenti di protezione civile ; Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 e s.m.i. - Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica ; Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3907 del 13 novembre 2010 - Contributi per gli interventi di prevenzione del rischio sismico . La microzonazione sismica quale strumento di mitigazione del rischio a supporto della pianificazione R. Cultrone Dip. Regionale della Protezione Civile, Palermo Introduzione. Il rapporto tra paesaggio nelle sue diverse forme (naturale, forestale, agricolo) e centro storico è molto stretto, entrambi contribuiscono a dare forma e carattere identitario al territorio che li accoglie e, spesso, succede che ciascuno dei due viva in funzione dell’altro, attraverso reciproci scambi e secondo un equilibrio faticosamente stabilito nel tempo ma troppe volte messo in pericolo per cause naturali (fenomeni di dissesto, calamità) o per incuria dell’uomo. Il rischio sismico interessa vaste parti del territorio nazionale in qualche caso fortemente urbanizzate e può indurre nel territorio colpito anche per eventi di lieve entità, trasformazioni socio-economiche di un certo rilievo. Per tale ragione la questione si pone in termini di rilevanza nazionale tenuto conto anche del valore del patrimonio edilizio esposto (centri storici e beni culturali), della pericolosità di certe aree e della vulnerabilità del patrimonio edilizio. Ad oggi la risposta in termini di prevenzione è stata debole a fronte delle molteplici occasioni di rigenerazione e riqualificazione dei tessuti urbani. La prevenzione è affidata soprattutto alla normativa tecnica sulle nuove costruzioni e ai programmi straordinari di finanziamento per la ricostruzione post evento anzicché a procedure che possano consentire la trasformazione dei contesti urbani in condizioni ordinarie. Peraltro il patrimonio edilizio esistente non può essere sismicamente protetto in tempi ragionevoli quindi servono strumenti decisionali snelli affiancati da politiche pianificatorie di pronta assimilazione. Tale sforzo richiede necessariamente un coinvolgimento delle popolazioni nel processo di piano poiché qualunque iniziativa pianificatoria è destinata a fallire se calata semplicemente dall’alto senza una partecipazione al processo di formazione e di futura gestione. Bisogna coniugare, quindi, tecniche e strumenti propri dell’urbanistica con la mitigazione della vulnerabilità sismica in ambiente urbano attraverso una metodologia che vede il piano come processo che tenga in conto tutti i soggetti che entrano in gioco. Processo in termini di sinergia, di copianificazione (tra le diverse amministrazioni con competenze diverse sul territorio), di coinvolgimento (di attori pubblici e privati) e di partecipazione (di utenti finali del piano urbanistico). L’approccio dell’urbanista è improntato ad una spiccata intersettorialità anche in conseguenza dei molteplici aspetti che entrano in gioco nella pianificazione se non altro riflesso della complessità del territorio e dei soggetti che entrano a far parte delle decisioni. Accanto ad effetti di congestione e all’innegabile degrado sociale, gravante su contesti facilmente aggrediti dall’abusivismo edilizio, la mancanza di un’armatura urbana si riflette nel rapporto città storica/città nuova, da sempre sbilanciato a favore di quest’ultima. La parte vulnerabile dei nostri centri è, infatti, il centro storico che registra fenomeni di invecchiamento della popolazione, abbandono della residenza storica, scomparsa delle poche attività artigianali, legate alla produzione agricola. 367 GNGTS 2013 S essione 2.3

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