GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

I centri storici sono il dizionario della storia, contengono, come grandi atlanti, la nostra memoria e ce la tengono viva e presente in ogni istante riuscendo, così, a esprimere l’identità di ciascuno ossia il senso di appartenenza ad un contesto. Alle strategie di previsione e prevenzione il compito di mitigarne il rischio. Il rischio sismico nella storia delle catastrofi siciliane. La storia delle catastrofi siciliane ha visto una successione storica di eventi calamitosi molto densa e variegata atteso che l’intero territorio regionale è soggetto a rischio sismico, idrogeologico, vulcanico, incendi boschivi e di interfaccia, ecc.. La presenza di rischi naturali e antropici ha, nel tempo, consentito di mettere a punto strategie di mitigazione dei rischi che, come nel caso del sisma del 1693 (Val di Noto) ha suggerito la delocalizzazione di intere città in altri siti (Noto, Avola, Ferla, Buccheri, etc...) o, come ne caso ibrido di Ragusa, che viene ricostruita sul sito arabo (Ibla) e, contestualmente trasferita in altro sito dove l’impianto ippodameo risulterà quello adottato. I nuovi pianificatori del Val di Noto a seguito del sisma del 1693 sono Fra’ Angelo Italia, Don Mario Spata, Don Calabrese, etc... per le ricostruzioni di Noto, Ragusa, Modica, etc... urbanisti illuminati che, sulla scorta dell’osservazione empirica, scelgono di trasferire alcune città in cui, a distanza di chilometri dall’epicentro si erano avuti danni maggiori che in zone più vicine e ciò, a distanza di secoli per la diversa accelerazione sismica legata proprio a quella disciplina che, alcuni secoli dopo, prenderà il nome di microzonazione sismica. La necessità di tradurre in norme urbanistiche le regole del buon costruire già citate nel Vangelo in cui si evidenzia l’opportunità di scegliere la pietra da destinare a testata d’angolo e riprese con l’editto del Maresciallo Pignatelli (terremoto della Calabria del 1783) vedranno a Messina la formalizzazione delle norme costruttive di mitigazione del rischio sismico quali il rapporto altezza degli edifici/larghezza stradale esplicitate nel piano regolatore redatto dall’Ing. Borzì e che purtroppo dovranno aspettare l’entrata in vigore della Legge n. 64/74 per essere estese all’intero territorio nazionale. Messina a quell’epoca gestiva in Sicilia le attività commerciali e culturali. Messina era alleata di Luigi XIV e nell’Ottocento aveva ricche industrie chimiche di trasformazione dell’acido citrico. Il commercio internazionale a seguito del terremoto del 1908 venne deviato su Catania e Messina decadde da tale privilegio. Il 1908 ci fa vedere la gestione del terremoto in modo centralizzato, subito dopo il sisma, infatti, con Giolitti Presidente del Consiglio che interviene in regime straordinario, i soccorsi in emergenza vengono mandati subito poiché la notizia giunge a Roma immediatamente per telegrafo. Viene inviata tempestivamente la flotta da Napoli all’indomani del disastro e contestualmente si dichiara lo stato d’assedio il che demandò i poteri di protezione civile all’autorità militare. L’esercito nei primi venti giorni fucilò 200 uomini per sciacallaggio. I problemi di ordine pubblico sono posti in primo piano in una società flagellata dal sisma. I soccorsi vedono l’immediata sistemazione dei superstiti in baracche. Le avverse condizioni meteo connesse alla data in cui si verifico l’evento (era il 28 dicembre) contribui a rendere ancora più complesso l’intervento in emergenza. Si assicurarono vitto e alloggio alla popolazione e il re si recò immediatamente sui luoghi. Nel gennaio del 1909 viene varata la prima legge speciale per Messina. Tale legge opera due scelte: 1. stanzia forti somme (30 milioni di lire del tempo) ossia circa 100 milioni di euro; 2. si approva una addizionale all’imposta di fabbricazione (oggi IVA). Che fu nella misura del 2% i cui proventi vanno alla ricostruzione e quindi, tale aliquota, si portò al 5%. Nel 1912 l’Italia occupa la Libia e il 5% si applicò anche alle spese sulla Libia cui seguirono circa 70 anni di imposte e sovrimposte il cui calcolo vede 600 miliardi frutto dell’addizionale ma di questi a Messina ne giungono una minima parte (100 miliardi) poiché gli altri lo Stato li destina ad altro. L’incontro Stato centrale con le comunità locali pone diversi problemi. Nell’aprile del 1909 si ha la seconda legge speciale per Messina che è la legge per la ricostruzione ed è la prima legge di ricostruzione antisismica. Essa è articolata nel seguente modo: 1. organizzazione per isolati (viene chiamato Le Corbusier); 2. per legge si usò il cemento armato come materiale della ricostruzione; 368 GNGTS 2013 S essione 2.3

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