GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

succ., ect..), la Circolare citata impartisce le istruzioni per la effettuazione degli studi geologici (con annesse indagini geognostiche) per la formazione, la revisione e l’adeguamento degli strumenti urbanistici generali ed attuativi. Oltre a ribadire che lo studio geologico è parte integrante degli atti progettuali, la Circolare n.57027 contiene la ridefinizione della parte rivolta al rischio sismico con molti aspetti derivanti dalle Linee Guida per la Microzonazione Sismica, l’obbligo dell’informatizzazione e georeferenziazione dei dati cartografici secondo i parametri della Direttiva Europea INSPIRE, l’utilizzo di simbologie e descrizioni standardizzate dall`ISPRA e dal Progetto CARG, la rispondenza ai Piani Stralci (P.A.I.) ed alle Norme Tecniche per le Costruzioni. Per i 390 comuni siciliani la classificazione sismica è, allo stato attuale, quella recepita con Delibera di Giunta Regionale. n. 408 del 19 dicembre 2003: Individuazione, formazione ed aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche ed adempimenti connessi al recepimento ed attuazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2003, n. 3274 : • 27 rientrano in zona 1; • 329 rientrano in zona 2; • 5 rientrano in zona 3; • 29 comuni rientrano in zona 4. L’aggiornamento dello studio di pericolosità di riferimento nazionale previsto dall’OPCM 3274/03, è stato adottato con l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3519 del 28 aprile 2006. Il nuovo studio di pericolosità, allegato all’OPCM n. 3519/2006, ha fornito alle Regioni uno strumento aggiornato per la classificazione del proprio territorio, introducendo degli intervalli di accelerazione (ag), con probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni, da attribuire alle 4 zone sismiche. Dal 1 luglio 2009 con l’entrata in vigore D.M. 14.01.2008 Norme Tecniche per le Costruzioni, per ogni costruzione ci si deve riferire ad una accelerazione di riferimento “propria” individuata sulla base delle coordinate geografiche dell’area di progetto e in funzione della vita nominale dell’opera. Al DRPC è demandata l’informazione ai Comuni interessati circa lo stato degli studi di microzonazione sismica redatti nell’ambito del Piano nazionale per gli interventi di prevenzione del rischio sismico ai sensi della Legge n. 77/2009. Le strategie per la mitigazione dei rischi. Le metodologie proposte per la mitigazione dei rischi hanno, altresì, manifestato la debolezza nel proteggere gli insediamenti urbani nel loro insieme. Tra i maggiori ostacoli vi è l’ingente bisogno di risorse pubbliche che porta a rinviare sine die gli interventi a carattere strutturale che la prevenzione richiede e che risultano fondamentali sia per la sicurezza dei cittadini che per quella degli insediamenti stessi, considerati come insieme di beni e di funzioni che vi si esplicano. Se, come nel caso del rischio sismico, prevenzione significa intervenire sul singolo edificio, è quasi scontato che l’ingente esborso pubblico possa trovare giustificazione morale e politica solo in presenza di disastri o di catastrofi. Insostenibile da un punto di vista economico e finanziario è la scelta di messa a norma a tappeto dell’intero patrimonio esistente pertanto se gli interventi di salvaguardia dal terremoto sono rimasti ad oggi inattuati, la ragione principale sta nel fatto che sono troppo onerosi in termini di spesa pubblica, e altrettanto disincentivanti, sotto il profilo del rendimento economico nel caso di apporto finanziario privato. È necessario, invece, proporre ipotesi che portino a priorità d’intervento, innanzi tutto in campo urbano attraverso: 1. adeguamento sismico delle vie di fuga e degli accessi ai suddetti edifici strategici; 2. miglioramento sismico del patrimonio storico e culturale; 370 GNGTS 2013 S essione 2.3

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=