GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

3. miglioramento sismico (a parziale contributo pubblico) del patrimonio privato ricadente in prossimità di detti edifici strategici, delle life lines , degli spazi aperti di prima protezione in caso di evento sismico; 4. adeguamento o recupero delle reti tecnologiche e delle reti stradali in prossimità o di accesso agli edifici strategici. Gli strumenti urbanistici regionali di mitigazione del rischio. Se è vero che la pianificazione norma l’uso dei suoli è parimenti vero che tale attività deve tenere conto delle fragilità a scala urbana e territoriale e coniugarle con le istanze della città in fase di rapida espansione e quindi di consumo illimitato di suolo negli anni 60-70 e di conservazione, recupero e riqualificazione negli anni 90-2000. L’entusiasmo per la pianificazione strategica precipita in una profonda crisi negli anni novanta dovuti a differenti interpretazioni nell’utilizzo dei metodi ed alla capacità organizzativa dell’autorità locale promotrice del processo. La crisi del piano regolatore che sembrava essersi superata con la pianificazione strategica, trova le sue radici nella inadeguatezza e fragilità nelle risposte dallo stesso fornite sia a breve che a lungo termine. La componente tecnica del piano regolatore, troppo spesso accusata di esserne il principale limite, è quella che ha, comunque, garantito nella espansione delle città, il rispetto, almeno, di quei parametri minimi fissati dal D.M. 2 aprile 1968 n.1444 di cui tutti gli urbanisti si lamentano ma di cui nessuno, ad oggi, ha proposto alternative valide. D’altro canto i continui processi di trasformazione urbana hanno evidenziato ritardi macroscopici nell’iter di approvazione dei piani regolatori che, in ultimo, con l’acquisizione della VAS sono paralizzati e giungono a fornire tardive risposte alle cogenti istanze pianificatorie. Strumenti pianificatori dunque più snelli, auspicabili al fine di rispondere con tempestività alle cogenti istanze territoriali. Di certo però il regime vincolistico è prodromico alla fase di redazione dei piani e all’interno di essi deve essere chiaro quali siano i limiti che le istanze progettuali non possono valicare. La pianificazione dei rischi viene troppo spesso vista come una pianificazione a se stante, lontana dalle consuete logiche pianificatorie e intesa solo come una operazione di polizia verso cui si tende a confinarla. Solo negli ultimi anni ci si è resi conto della necessità che si lavori in direzioni univoche che garantiscano la sicurezza dell’uomo e dell’ambiente naturale e antropico in cui è insediato. La sicurezza dell’uomo deve, infatti, essere il primo obiettivo della società contemporanea e deve scaturire da una serie di attente analisi alle diverse scale. Le analisi nella pianificazione costituiscono, infatti, fasi significative per la redazione degli scenari d’evento e consentono l’individuazione delle fragilità a scala urbana e territoriale cui il piano regolatore deve fornire risposte idonee attraverso programmazioni precise volte alla mitigazione del rischio e sulle sue componenti: vulnerabilità, pericolosità ed esposizione . - Per il rischio sismico la mitigazione della vulnerabilità passa attraverso azioni ex-ante sui singoli edifici ponendo in essere interventi di resistenza passiva (cordoli sommitali e catene) o interventi di resistenza attiva sulle murature (quali il metodo CAM). - La mitigazione dell’ esposizione passa attraverso azioni idonee di riduzione della densità di popolazione in aree ad elevato rischio e, ad esempio, sul Vesuvio, si sta agendo attraverso incentivi che vanno erogati in favore di quanti si trasferiscono dalla zona rossa verso zone più sicure. - La mitigazione della pericolosità si ottiene attraverso le reti di monitoriaggio che, in Sicilia, sono in fase di potenziamento e/o adeguamento attraverso l’attuazione della linea di intervento 2.3.1.C del PO FESR Sicilia 2007/2013. Le reti di monitoraggio consentono attraverso il Centro Funzionale Decentrato Multirischio Integrato della Protezione Civile, realizzato ai sensi della Direttiva 27.02.2004, di allertare in tempo utile la popolazione. Si valutano quindi le informazioni trasmesse dai centri di competenza (SIAS, Osservatorio 371 GNGTS 2013 S essione 2.3

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=