GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

caotici, dell’autopoiesi, dell’evoluzionismo plurale e così via. Lontana ormai da tentazioni deterministiche e riduzioniste, la Geografia diventa una rappresentazione del mondo come sistema complesso, formato cioè da sistemi territoriali le cui proprietà e le cui dinamiche non sono riducibili a quelle dei sistemi maggiori di cui essi fanno parte, ma sono invece basate sulla diversità e sull’autonomia dei singoli sistemi. Essi vanno perciò visti e descritti il più possibile ciascuno dal suo interno e “iuxta propria principia” (Dematteis, 2011). In tale ambito, la geografia della percezione rappresenta ormai una porzione considerevole della ricerca geografica condotta nei Paesi scientificamente più avanzati. Se la crescita di questo settore di ricerca è stata molto rapida, ciò probabilmente significa che esso risponde ad un bisogno, latente da tempo, di arricchire la conoscenza e l’interpretazione del territorio con elementi tratti da un’esperienza più vasta di quella dei soli specialisti di analisi territoriale. Spesso, infatti, si era rilevato come all’interno di questa categoria di ricercatori prevalessero strumenti e metodi espressivi della cultura prevalente, presto obsoleti in una considerazione temporale più ampia. Dare rilievo, nell’interpretazione del territorio, alla lettura spontanea che di esso danno o hanno dato fruitori abituali o occasionali di epoche diverse, non significa sottovalutare lo sforzo di oggettività e di rigorosità proposto dall’osservazione e deduzione scientifica. Si tratta piuttosto di completarle con la sensibilità di chi, osservando il territorio da punti di vista diversi, ne coglie aspetti complementari e meno noti, ma non perciò meno veri di quelli abitualmente rilevati dai ricercatori professionisti (Corna Pellegrini, 1980). Downs ha distinto tre aspetti diversi nell’ambito della percezione dell’ambiente: quello strutturale, preferenziale e valutativo. All’interno di questo terzo aspetto, la percezione del rischio rappresenta una dimensione importante per la pianificazione (Geipel, 1980). In tale contesto, è stato somministrato un questionario agli studenti della scuola primaria e secondaria di alcuni paesi colpiti dal terremoto del Pollino e in una classe della scuola primaria di Muro Lucano, ai fini di far emergere le conoscenze effettivamente possedute e legate all’età, all’esperienza, alle zone di provenienza, avviando un confronto interessante tra le percezioni che i discenti mostrano di avere in relazione al fenomeno sismico. Alcune lievi scosse di terremoto verificatesi negli ultimi mesi, infatti, hanno risvegliato nella mente dei cittadini di Muro Lucano i terribili ricordi del terremoto dell’Irpinia. Il terremoto del 23 novembre 1980 (Io=X MCS, Mw= 6.9) produsse effetti gravissimi in una vasta porzione dell’Appennino meridionale, tra cui soprattutto l’Irpinia e la Basilicata. Furono registrati profondi sconvolgimenti sia nel tessuto urbano sia nel contesto ambientale. Trentuno località subirono una distruzione pressoché completa, altre cinquantacinque subirono crolli e gravi lesioni, settecentoottanta furono danneggiate con differente grado di severità. I danni più ingenti si ebbero nelle alte e medie valli dell’Ofanto e del Sele, nel bacino del Tanagro, nel potentino, nell’area del Terminio, nell’alta valle del Calore e del Sabato. Gli effetti distruttivi furono estesi in un’area di circa 3.500 kmq, mentre quelli di risentimento coprirono circa 250.000 kmq. In Basilicata, i maggiori effetti furono risentiti nelle Valli del Meandro-Marmo, ed in generale nella porzione nord-occidentale della provincia di Potenza (Gizzi et al. , 2009). Per quanto riguarda il Pollino, l’area dell’intero confine calabro-lucano, a partire dall’inizio del 2010 è stata colpita da un’intensa attività sismica, intervallata da periodi di relativa quiescenza (Fig. 1). Un terremoto genera sempre un grande bisogno di informazione e conoscenza da parte dei cittadini: sulle caratteristiche del fenomeno fisico e i suoi effetti, sui comportamenti corretti da adottare in situazioni di rischio, sulle iniziative messe in campo per superare l’emergenza. Questo bisogno è particolarmente rilevante in occasione di sequenze sismiche di lunga durata e che hanno un certo livello di complessità: l’informazione, in tutti i suoi aspetti, influisce in modo notevole sulla capacità delle singole persone e delle comunità coinvolte nell’affrontare la situazione di emergenza (Nostro et al. , 2012). Metodologia. Questo lavoro di cui presentiamo i dati più significativi contiene i risultati relativi a 553 questionari compilati dagli studenti della scuola primaria (quarta e quinta) e della scuola secondaria di primo grado. Il questionario comprende 35 domande di cui 33 a scelta 376 GNGTS 2013 S essione 2.3

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