GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

si tratta del 93% degli studenti lucani e del 91,2% degli studenti calabresi. Inoltre, l’88% dei lucani e l’80,5% dei calabresi ha dichiarato di allontanarsi dalle finestre, dall’armadio e dalla lavagna. C’è un numero significativo di studenti lucani, il 26% che ha invitato a mantenere la calma, mentre il 17% dei calabresi ha insistito nel recarsi subito fuori. Questo dato, che è confermato nelle altre risposte, delinea antropologicamente già nella fanciullezza e nella preadolescenza il carattere del calabrese instabile, irrequieto, impulsivo, dal “temperamento bilioso”, che era stato un motivo ricorrente, con diverse elaborazioni, di tante descrizioni dei caratteri regionali del Mezzogiorno (Teti, 1993). Pertanto, gli insegnanti delle scuole della Calabria dovrebbero frenare, attraverso interventi didattici ed educativi, questa inclinazione particolare che consiste nel precipitarsi subito fuori durante la scossa, poiché potrebbe risultare pericolosa per l’incolumità dello studente. Dopo la scossa, il 68% dei lucani e il 74,30% dei calabresi ha dichiarato di seguire il docente; il 70% dei lucani e il 72% dei calabresi offre un aiuto ai compagni in difficoltà. È confermata anche in questo caso la consistente tendenza dei calabresi a recarsi di corsa all’aperto (49%), mentre i lucani si fermano al 32%. Tutti gli studenti hanno partecipato alle prove di evacuazione, la maggioranza per il rischio sismico e una parte per il rischio incendio. Un segnale d’allarme da non sottovalutare è rappresentato dagli studenti lucani della scuola secondaria di primo grado, i quali hanno dichiarato che la propria scuola non è sicura dal punto di vista del rischio sismico (59,15%). Invece, in Calabria il 51,38% degli studenti della secondaria e il 50,67% della primaria considerano la scuola d’appartenenza un luogo sicuro, contrapponendosi all’insicurezza segnalata dal 16,89% dei discenti della primaria e dal 15,27% della secondaria. Nella primaria della Basilicata la distanza tra le percentuali è minima tra chi si sente sicuro (31,42%) e chi si sente insicuro (22,85%). Una percentuale significativa è rappresentata da coloro che hanno dichiarato di non sapere se la propria scuola sia sicura o meno (31% Basilicata, 15,59% Calabria). Per quanto riguarda, invece, la sicurezza della propria casa, una maggioranza indiscussa di studenti pensa che essa sia sicura dal punto di vista del rischio sismico (Basilicata: 68,57% della primaria e 54,92% della secondaria; Calabria: 80,4% della primaria e 73,95% della secondaria). Il 79% degli studenti calabresi e lucani sa che non si può prevedere dove e quando si verificherà un terremoto, ma si può solo determinare la pericolosità di una zona. L’8% pensa che si può prevedere osservando gli animali che avvertirebbero il pericolo in anticipo e il 19% degli studenti della Basilicata insieme al 5% degli studenti calabresi credono che attraverso il sismografo si possa prevedere il terremoto. Il pericolo più frequente in caso di terremoto – secondo gli studenti della scuola primaria di entrambe le regioni – è quello di essere colpiti da oggetti che cadono (54%); seguono “l’essere coinvolti nel crollo della casa” (43,71%) e “finire in una voragine del terreno” (32,78%). Nella secondaria, invece, gli studenti mettono al primo posto il crollo della casa come pericolo (49,3%). Una serena convivenza col rischio si può raggiungere solo acquisendo completa e sicura consapevolezza di vivere in un ambiente e su un territorio nei quali l’evento naturale è stato disinnescato del suo carico di potenziale calamitosità (Leone, 1991). Per questi motivi, abbiamo ritenuto utile chiedere, in una domanda con risposta multipla, ai discenti, come descriverebbero il territorio in cui vivono, rispetto ad un terremoto, tenendo in considerazione alcuni aggettivi-chiave che lo identificano facilmente, con un impatto cognitivo immediato. I calabresi lo percepiscono soprattutto organizzato (60,32%), abitato (53,89%), antico (42,66%) e curato (26,37%). I lucani si dividono considerandolo organizzato (43%), ma anche disorganizzato (29%), trascurato (39%) e antico (35%). Questo dato conferma il sentimento di insicurezza degli studenti lucani nella percezione del proprio territorio dal punto di vista organizzativo, di fronte ad un evento sismico. L’identica metodologia applicata nella strutturazione di questa domanda, viene utilizzata nella domanda successiva in cui si chiede come viene percepito il terremoto, potendo scegliere tra varie risposte possibili: un evento “prevedibile”, “imprevedibile”, “causato dal fato”, “causato da una punizione divina”, “naturale”, “causato dall’uomo” e, infine, “i cui danni si possono limitare con la pianificazione ambientale”; le risposte più diffuse sono state: “imprevedibile” (88%Basilicata e 83%Calabria) 378 GNGTS 2013 S essione 2.3

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