GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

Attività di riduzione del rischio sismico in Garfagnana e Lunigiana: alcuni risultati dopo l’evento del 21 giugno 2013 M. Ferrini Servizio Sismico Regionale, Regione Toscana Introduzione. L’evento sismico del 21 giugno 2013 con M=5.2 ha interessato un’area epicentrale ben delimitata a cavallo della Garfagnana e Lunigiana tra i Comuni di Minucciano, Piazza al Serchio, Sillano e Casola in Lunigiana e Fivizzano ed in particolare in un perimetro anche più ristretto di alcune frazioni di detti comuni ove si sono registrati i danni più significativi; in altre frazioni anche prossime alle prime i danni sono stati minori/non significativi. Si tratta di comuni montani caratterizzati da numerose frazioni, circa 100, borghi e case sparse costruite in muratura di pietrame, spesso poco abitate fatto salvo alcune limitate concentrazioni e con un elevato numero di persone anziane; il sistema produttivo è prevalentemente agricolo ed il sistema viario è centrato su una statale ed un reticolo fitto e spesso ridondante di percorsi. L’evento sismico è avvenuto verso metà mattina inoltrata, con le scuole chiuse per il termine del periodo scolastico e ancora lontano dai rientri degli immigrati o villeggianti in relazione al prossimo periodo estivo. Nei giorni e settimane, seguenti uno sciame sismico ha interessato l’area con numerosi eventi alcuni dei quali significativi che hanno fortemente allarmato la popolazione anche per il progressivo aumento di danni in alcuni edifici e frazioni. Il territorio è classificato sismico dal 1927, a seguito del forte terremoto del settembre 1920 (M=6.2). Rileggere la Garfagnana, ciò vale anche per qualsiasi altra area sismica, dopo circa 90 anni dal terremoto del 1920 mette in luce un territorio fortemente diverso e nel quale le articolazioni del tessuto abitativo di allora sono profondamente cambiate: • la tipologia strutturale degli edifici non è più soltanto in muratura di pietrame come allora e almeno il 40% degli edifici è in cemento armato o muratura in mattoni; • gli abitati si sono sviluppati su terreni alluvionali o su pendii un tempo destinati solo ad attività agricole e quindi ciò può comportare un diverso effetto locale; • gli edifici pubblici destinati ai servizi alla popolazione quali le scuole, ospedali e strutture sanitarie sono notevolmente aumentati; • le aree produttive e commerciali sono una realtà solo da alcuni decenni e interessa piccole aree e la tipologia costruttiva è in gran parte del tipo in cemento armato prefabbricato; • il sistema infrastrutturale e viario della comunicazione è fortemente rinnovato rispetto a quello esistente allora, anche se è di rilievo la questione della franosità e del dissesto idrogeologico; • il modello di vita, le attività sociali sono, ovviamente per quanto detto sopra, tutt’altra cosa di quelle di circa 90 anni fa e se allora fu ritenuto un fatto positivo che l’evento avvenne alle prime luci dell’alba perché gran parte della popolazione era già nei campi a lavorare, questa volta il ripetersi dell’evento sempre alla stessa ora, è probabile che trovi gran parte della popolazione ancora dentro le case; • la popolazione era di gran lunga superiore a quella di oggi ma era anche largamente distribuita e diffusa in molti centri urbani minori ed edifici isolati, mentre attualmente il tessuto insediativo è caratterizzato da una maggiore concentrazione solo su un numero ridotto di centri urbani. L’evento sismico caratterizzato da una M=5.2 ha preoccupato nella fase inziale gli addetti del settore per le possibili conseguenze di danni e persone coinvolte per poi prendere atto di una situazione migliore, fermo restando i danni a molti edifici che sono stati quantificati in qualche decina di milioni di euro. Il DPC ha parlato di “non evento” per evidenziare gli aspetti 396 GNGTS 2013 S essione 2.3

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