GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

specifici e di valutazione della convenienza tecnico-economica delle scelte progettuali (criteri diversi da quelli degli altri uffici regionali). I principali avvenimenti per i quali si avvia la prevenzione in Garfagnana e Lunigiana fin dal 1981. Di seguito i principali momenti che hanno consentito nel tempo di mantenere una costante pressione sulla comunità esposta al rischio e volgere al positivo alcuni episodi. Prima il terremoto del Friuli e successivamente quello dell’Irpinia come in altre parti dell’Italia fanno riflettere e avviare iniziative locali che nel caso specifico si caratterizza nel convegno Come difendersi dai terremoti, esperienze e proposte. Dalla Toscana al problema nazionale”, convegno nazionale del 30-31 ottobre e 1 novembre 1981 a Castelnuovo Garfagnana. Se a giugno 1982 la Toscana viene classificata sismica per ulteriori 150 comuni oltre ai 30 già classificati dal 1927, nel 1983 viene stipulato un protocollo d’intesa con il GNDT per ”la realizzazione di studi e ricerche finalizzate alla valutazione della pericolosità sismica regionale ed alla riduzione del livello di rischio nella pianificazione territoriale”. Tale programma sarà successivamente implementato nel corso degli anni da altri atti normativi regionali. Si vuole ricordare anche una specifica iniziativa denominata “Progetto Terremoto in Garfagnana e Lunigiana”, avviato nel 1983 che ha l’obiettivo della messa a punto di un quadro di conoscenze sul quale basare la strategia di difesa dalla catastrofe che può essere provocata da un terremoto di assegnate caratteristiche. Il preallarme sismico in Garfagnana del 23/1/1985 di M=4.2. Sulla base degli studi avviati si ebbe timore che l’evento sismico potesse avere significato come nel settembre del 1920 e quindi potesse precedere un evento successivo più forte. Da qui la decisione di comunicare al Ministro Zamberletti la situazione di probabile pericolo e le successive decisioni governative che fecero scattare l’allarme sismico con un comunicato trasmesso al Tg delle 20.00: si chiedeva alla popolazione della Garfagnana di trascorrere la notte ed il giorno successivo fuori di casa per almeno 48 ore. La mattina presto del 24 gennaio a Lucca, si presentarono 30 tecnici regionali dei Geni Civili delle 9 province per avviare le verifiche sugli edifici privati segnalati e su quelli pubblici strategici e che nei mesi precedenti erano stati formati nel rilievo degli edifici del centro urbano di Castelnuovo Garfagnana. Questa risposta organizzata, tempestiva ed efficace fu una delle sorprese di allora, sia per la popolazione che prontamente aveva abbandonato le case che per gli amministratori locali che si dovevano confrontare con una esperienza nuova. Venne giudicata dalla comunità scientifica e dalle forze politiche nazionali quale garanzia per destinare alla Regione Toscana, e per la prima volta in Italia, risorse economiche per la prevenzione sulla base di un piano di interventi di adeguamento sismico preventivo degli edifici pubblici strategici che doveva basarsi su criteri tecnici di conoscenza delle strutture e di rischio per definire le priorità di intervento. La Legge 730/1986 – finanziamenti per interventi di prevenzione su edifici pubblici strategici. I territori della Garfagnana e Media Valle del Serchio e della Lunigiana, furono interessati dalla prima ed unica (fino al 2003) iniziativa statale di finanziare, prima, interventi di adeguamento sismico preventivo su edifici pubblici strategici, a seguito dell’allarme sismico del 23 gennaio 1985 che si tradusse nell’art. 20 della L 730/1986 che stanziò 40 miliardi di lire. Il programma fu approvato solo nel 1990, da una commissione mista composta dal ministero dei Lavori Pubblici, della Protezione Civile, del GNDT e dalla Regione Toscana. I circo 600 edifici pubblici dei 35 comuni erano stati censiti e valutati con le schede GNDT ed ordinati per priorità di rischio sismico e con una stima economica dei lavori di adeguamento sismico. La Regione Toscana approvò le Istruzioni Tecniche, D.1, D.2, D.3, che prevedevano: • di non assegnare a priori le risorse, ma solo dopo l’approvazione del progetto esecutivo; • di non fissare soglie economiche massime di finanziamento, a metro quadro o metro cubo, in quanto troppo eterogenee le caratteristiche degli edifici da mettere in sicurezza e soglie troppo alte avrebbero costituito una attesa per il progettista e/o l’ente locale; 398 GNGTS 2013 S essione 2.3

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=