GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
moto attraverso un “passo” di 10°, procedendo da 0° (nord) a 180° (sud) e plottando, infine, i “contours” d’ampiezza di ciascun rapporto spettrale (Fig. 2e,f). Le misure sono state, altresì, elaborate suddividendo le tracce acquisite in finestre temporali di 10÷20 secondi (a cui è stato applicato uno smoothing triangolare del 10%) ed operando una “pulizia” del segnale attraverso la selezione delle porzioni stazionarie ed eliminando i transienti, ovverosia i disturbi antropici, riferibili, il più delle volte, a sorgenti assai vicine al sito di misura. Per ciascuna delle stazioni di registrazione l’esito dei test statistici (linee guida SESAME, 2005) ha evidenziato come tutte le misure effettuate hanno soddisfano i criteri di bontà d’esecuzione, analisi ed affidabilità mentre i picchi principali di risonanza non sempre sono risultati significativi e chiari per tutti i sei criteri analizzati. Quindi, l’uso di algoritmi di calcolo, finalizzati ad una modellizzazione sintetica delle spettro H/V , ha permesso di associare ad ogni picco spettrale le possibili “variazioni” presenti nel sottosuolo in termini di spessori, profondità e velocità di propagazione delle onde di taglio. Analisi dei risultati. Nel tentativo di definire il legame tra le variazioni degli effetti amplificativi, la direzionalità del moto sismico e le “condizioni” geologico-strutturali, nell’area d’interesse, considerando l’estensione e la topografia dell’area, è stata operata una campagna d’indagini che ha comportato l’esecuzione di circa 160 misure di noise ubicate lungo degli allineamenti “disposti” approssimativamente sia in senso longitudinale che trasversale rispetto allo strike della faglia in oggetto e variamente distanti dalla stessa (sono state ricavate 21 sezioni di lunghezza variabile (Fig. 1b) in funzione del numero e dell’interdistanza tra gli strumenti: 5÷10 m) (Fig. 3a, b). Per usare le registrazioni H\V come strumento stratigrafico è stato necessario giungere ad una stima della velocità delle onde di taglio tramite altre indagini (sismica in array di tipo attivo e passivo – MASW e Re.Mi.) per invertire l'Eq. (1) e ricavare la profondità. I limiti inferiori e superiori della profondità indagabile con la tecnica HVSR dipendono dall’ampiezza della banda di frequenza rilevabile dallo strumento e dalla velocità Vs media degli strati attraversati; nel caso in esame, adottando una velocità media delle Vs più superficiali compresa nell’intervallo 100÷150 m/s è stato possibile elaborare le diverse sezioni tromografiche la cui profondità è stata rappresentata sino a circa 75÷100 mt dal piano campagna (Fig. 3a,b,c,d). Analizzando i rapporti spettrali e le componenti del moto dei diversi siti di registrazione è stata evidenziata la presenza, in generale, di effetti amplificativi significativi assai più marcati all’aumentare della distanza dalla struttura tettonica esaminata (Fig. 2a,b,c,d); tali effetti risultano, altresì, caratterizzati da una specifica direzionalità del tremore (Fig. 2e,f) microsismico nelle due componenti del moto orizzontale (che manifesta i valori più elevati lungo gli allineamenti più distanti) ed in particolare lungo la direzione E-O (Fig. 2c). Ciò potrebbe “implicare” la polarizzazione delle onde di taglio trasversalmente alla principale superficie di discontinuità. Le funzioni HVSR finali di ciascuna stazione di misura sono rappresentati da grafici (Fig. 2a,b, c,d) frequenza (asse x) – ampiezza del rapporto H\V (asse y) ed essendo la frequenza relazionata alla profondità tramite la succitata formula (1) i grafici HVSR, lungo ogni specifico allineamento, sono stati “modificati”, tramite uno specifico algoritmo, in una sezione a contrasto d’impedenza distanza (x) – profondità (y) (Fig. 3a,b), dove l’ampiezza del rapporto H\V descrive in modo relativo l’ampiezza del contrasto di impedenza tra i “mezzi” sopra e sotto a quella determinata profondità; tale ampiezza viene “plottata” in funzione di una scala cromatica che tiene in considerazione i valori estremi assunti dall’ampiezza stessa (Fig. 3a,b). Ciascun picco nel grafico H\V corrisponde ad un possibile livello sismostratigrafico (riflettore) che presenta un contrasto d’impedenza rispetto al livello confinante; maggiore è il contrasto d’impedenza maggiore risulta l’ampiezza del picco amplificativo, sebbene la relazione tra le due variabili non sia lineare. 413 GNGTS 2013 S essione 2.3
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