GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
La Fig. 1 illustra la dimensione del mercato assicurativo globale in rapporto alle perdite registrate in conseguenza di calamità naturali (Swiss Re, 2013; AON, 2012). Dall’analisi dei dati risulta evidente come solo una componente esigua dei danni siano di fatto trasferiti a compagnie di assicurazione attestando quindi che, seppur con le dovute differenziazioni geografiche, persino la più semplice forma di gestione del rischio (i.e. il trasferimento a terzi) è mediamente poco diffusa. Le ragioni di tale sostanziale passività nei confronti delle conseguenze del rischio sismico vanno ricercate in una complessa combinazione di fattori sociali, economici, politici e geografici. Prescindendo da specificità di contesto è comunque rilevante osservare come spesso l’offerta assicurativa relativa a prodotti assicurativi a copertura dei danni causati dal rischio sismico sia estremamente limitata o comunque condizionata da approcci semplificati di pricing e di gestione delle coperture. Va infatti rilevato che le specificità del rischio sismico hanno impatto significativo anche sulla possibilità per le compagnie di assicurazione stesse di porre in essere politiche di pricing e di gestione assimilabili per sofisticazione, efficienza ed accuratezza a quelli di altre coperture assicurative del loro portafoglio. Una delle principali difficoltà nella identificazione di un pricing robusto risiede nella sostanziale indisponibilità di dati attendibili e completi che aiutino a identificare i parametri di stima dei danni possibili causati da un evento sismico. Ricordando che un premio assicurativo è calcolato sulla base della stima statistico – probabilistica dell’importo atteso di rimborso del contratto, ossia sul prodotto nei diversi istanti di efficacia del contratto tra il valore assicurato e la probabilità che tale valore venga effettivamente liquidato, la sostanziale indisponibilità di modelli predittivi dei danni complessivi conseguenti ad un evento e la impossibilità di determinare la probabilità di un evento sismico di una data magnitudo, in un prefissato luogo in un periodo predeterminato, rendono sostanzialmente inapplicabili modelli di pricing statistico di tipo tradizionale. Di più, anche ipotizzando di essere in grado di stimare il danno probabile ad un edificio assicurato in un determinato arco temporale, la valutazione complessiva dovrebbe tenere conto della correlazione tra i rischi del portafoglio complessivo che di fatto determinano la natura catastrofale del rischio sismico. L’applicazione di un pricing robusto che sia strettamente correlato alla rischiosità del rischio assicurato avrebbe in realtà benefici non solo per le compagnie di assicurazione ma fungerebbe anche da incentivo per la gestione efficiente del rischio sismico da parte delle imprese/cittadini in quanto la fattiva mitigazione del rischio sismico si tradurrebbe in una riduzione del premio assicurativo ad esso relativo. Al contrario, l’indisponibilità di modelli predittivi e dati storici robusti si riflette anche nella normativa di vigilanza (EIOPA, 2013) relativa alla determinazione del requisito patrimoniale minimo relativo a rischi catastrofali. Vale infine la pena ricordare che un altro aspetto estremamente critico, nel conteso attuale, relativo alla gestione di contratti assicurativi a copertura del rischio sismico è la difficoltà di accertare in tempi brevi l’entità dei danni conseguenti ad un evento sismico per poi procedere alla liquidazione degli indennizzi. Approccio Enterprise Risk Management e rischio sismico. Ricordando che in una logica di risk management le azioni di gestione del rischio hanno l’obbiettivo di ridurre le sue due principali dimensioni: frequenza ed impatto, nel caso del rischio sismico per cui la frequenza non è, escludendo gli eventi conseguenti ad azioni umane, né condizionabile né di fatto prevedibile, ogni azione di mitigazione del rischio deve necessariamente focalizzarsi sulla riduzione dell’impatto del rischio stesso, ossia sul contenimento dei danni conseguenti al verificarsi dell’evento. È già stato evidenziato come modelli di risk assessment retrospettivi abbiamo dimostrato scarsa efficacia in virtù della eterogeneità di fattori e della predominanza di cigni neri del rischio sismico che deve quindi essere analizzato e gestito in una logica olistica in cui il contesto 419 GNGTS 2013 S essione 2.3
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