GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
di riferimento è analizzato e modellato in modo da catturare le dinamiche fondamentali che, all’interno del sistema stesso, governano il rischio e le sue conseguenze. Da un punto di vista operativo, una volta analizzato il contesto in cui il rischio si manifesta e individuati i principali fattori che concorrono a determinare i danni di ogni evento, è necessario identificare per ciascuno di essi parametri che possano fungere da Key Risk Indicators (‘KRI’ nel seguito), individuare metodi e approcci che consentano di evidenziare con tempestività modifiche nei valori di tali KRI che possano essere rivelatrici di un mutamento nella esposizione al rischio e quindi la necessità di ricorrere a strategie di contenimento dei danni potenziali. Tale operazione può risultare estremamente complessa: anche prescindendo infatti dalla difficoltà di ponderare i singoli indicatori nonché dalla difficoltà di uniformare in modo oggettivo gli elementi coinvolti nella valutazione (e.g. uniformare perdite di vite umane, perdite pecuniarie, danni artistici, culturali o ambientali) senza introdurre distorsioni soggettive nella valutazione, anche solo l’individuazione dei singoli indicatori di rischio per i diversi fattori coinvolti presenta criticità significative. Perché un indicatore sia infatti utile nella gestione di un rischio è necessario che rispetti certe caratteristiche quali: la rilevanza (i.e. la effettiva correlazione con il fattore cui è connesso), la misurabilità (i.e. la possibilità di essere quantificato e quindi confrontato in istanti temporali differenti), la capacità predittiva (i.e. la capacità di segnalare possibili modifiche all’esposizione futura al rischio) e la semplicità (i.e. la possibilità di essere misurato e monitorato nel tempo con effort accettabile in termini di tempo, costo e risorse). Tale approccio che costituisce il cuore di un sistema di risk management di fatto non viene adottato nel caso del rischio sismico. Spesso anche le compagnie di assicurazione, nonostante siano i soggetti cui viene trasferito il rischio e quindi teoricamente in grado di misurarlo monitorarlo e gestirlo, non solo non attuano adeguate misure di Loss Prevention come accade per gli altri rischi dei loro portafoglio, ma sono spesso chiamate a rispondere di danni nettamente superiori a quelli considerati nel pricing della copertura. Va comunque osservato che se da un lato l’individuazione e il monitoraggio di un KRI sintetico unico per il rischio sismico presenta numero difficoltà attuative, è possibile realizzare con un contenuto effort economico – attuativo attività parziali di monitoraggio e contenimento dei danni sismici per mezzo della rilevazione, monitoraggio e gestione automatizzata di singoli KRI. Di più, l’applicazione di tecniche ed approcci di tipo olistico al rischio sismico possono supportare l’adozione di un approccio strategico alle attività di resilienza successive ad ogni evento con evidente beneficio in termini di ripristino della situazione ante-sisma. Fig. 2 – Monitoraggio KRI, trigger statici. 420 GNGTS 2013 S essione 2.3
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