GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
diverse parti del territorio le soglie di criticità, i limiti e le condizioni per la realizzazione degli interventi di trasformazione. In particolare, con la DAL 112/2007 “ Indirizzi per gli studi di microzonazione sismica in Emilia-Romagna per la pianificazione territoriale e urbanistica ” e con la LR n. 19 del 2008 “ Norme per la riduzione del rischio sismico ” si sono rafforzati ulteriormente i concetti di prevenzione del rischio e si è stabilito che dall’entrata in vigore della DAL 112/2007 gli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica non possono essere approvati se non corredati da studi di microzonazione sismica conformi agli indirizzi regionali. Il 20 maggio 2012 una vasta area della Pianura Padana è stata interessata da un terremoto di magnitudo locale M L =5,9; nove giorni dopo la stessa area è stata colpita da un’altra forte scossa (M L =5,8). Tra il 20 maggio e il 3 giugno 2012 sono state registrate 7 scosse di M L >5, con epicentri compresi tra Novi di Modena (MO) e Vigarano Mainarda (FE). A seguito di tali eventi all’impianto normativo sopra richiamato si sono aggiunte altre disposizioni, emanate dal Commissario delegato – Presidente della Regione e dalla Giunta della Regione Emilia-Romagna, in particolare: • l’Ordinanza n. 70 del 2012 “ Approvazione del programma per gli studi di microzonazione sismica ” finalizzata alla realizzazione di studi di Microzonazione Sismica (MS) e analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE) negli ambiti d’interesse urbanistico dei Comuni del “cratere” e l’ordinanza n. 84 del 2013 “ Assegnazione di contributi per studi di MS e analisi della CLE nei Comuni interessati dagli eventi sismici del maggio 2012 caratterizzati da a g <0,125 g ”; • la LR n. 16 del 2012 “ Norme per la ricostruzione nei territori interessati dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 ” che stabilisce, all’art. 12, che il Piano della Ricostruzione deve prevedere la delocalizzazione delle costruzioni, in particolare quelle con funzioni di particolare interesse (strutture strategiche, edifici pubblici, …), se ricadono in zone in cui sono state individuate condizioni di elevata pericolosità (es. aree ad elevato rischio di liquefazione o con elevato fattore di amplificazione) nonché indirizzare le scelte di trasformazione verso zone a minore pericolosità locale; • l’Ordinanza n. 60 del 2013 “Misure per la riduzione della vulnerabilità urbana e criteri per l’individuazione delle UMI e per la redazione del Piano della Ricostruzione”, che prevede all’art. 7 che gli interventi di ricostruzione vengano disciplinati sulla base delle risultanze degli studi di MS e all’art. 8 che il Piano sia corredato dall’analisi della CLE. Microzonazione Sismica. Con l’Ordinanza 70/2012 è stata quindi avviata lamicrozonazione sismica, con analisi della CLE, dei Comuni emiliani più colpiti (Fig. 1), vale a dire quelli in cui sono stati osservati diffusi effetti di intensità macrosismica almeno pari al VI grado MCS (riferimento: Galli et al. , 2012), con il coordinamento del Servizio Geologico e del Servizio Pianificazione Urbanistica della Regione Emilia-Romagna. In altri Comuni del “cratere” analoghi studi erano già in corso grazie ai contributi previsti dall’art. 11 della L. 77/2009. Purtroppo alcuni di questi Comuni non possono accedere a tali contributi avendo, secondo i vigenti documenti di riferimento, una bassa pericolosità sismica (a g <0,125 g; cfr art. 2, comma 2, e Allegato 7 delle OPCM 3907/2010, OPCM 4007/2012 e OCDPC 52/2013). Per consentire a tutte le Amministrazioni del “cratere” di dotarsi di strumenti di conoscenza della pericolosità sismica locale di pari livello, il Commissario delegato – Presidente della Regione ha reso disponibili, con ordinanza 84/2013, ulteriori risorse economiche per studi di MS nei Comuni del “cratere” con a g < 0,125 g. Gli standard tecnici di riferimento per tali studi sono descritti in specifici allegati agli atti e derivano dagli indirizzi regionali (DAL 112/2007) e dagli “Indirizzi e criteri per la microzonazione sismica” nazionali (ICMS, 2008). I maggiori effetti locali osservati sono stati l’amplificazione del moto sismico e fenomeni di liquefazione, verificatisi soprattutto in corrispondenza di antichi alvei, oggi abbandonati e sepolti, principalmente di fiumi di provenienza appenninica. 429 GNGTS 2013 S essione 2.3
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