GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale
dell’Appennino in quanto la particolare conformazione orografica, geologica e geografica, nonché le sorgenti del Volturno, il principale fiume dell’Italia meridionale, la rende habitat ideale per la proliferazione di flora e fauna autoctone. L’area è altresì esposta ad alto rischio di derivazione naturale sia endogeno, quello sismico, che esogeno, ad esempio, quello legato alle precipitazioni nevose ed alle frane. In questo contesto l’integrazione del monitoraggio della biodiversità con il monitoraggio dei fenomeni geofisici e geochimici può fornire scenari entro i quali avvengono i cambiamenti nelle componenti biotiche e abiotiche degli ecosistemi. Considerato che il Progetto pilota presentava caratteristiche ed obiettivi relativi a materie specialistiche, il Comune di Colli a Volturno, quale Ente attuatore, coinvolse Istituzioni ed Enti di Ricerca operanti sul territorio. A tal fine stipulò nel 2009 specifiche convenzioni biannuali con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio dell’Università del Molise, l’Osservatorio Vesuviano – sezione di Napoli dell’INGV, il Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA-S.F.A.), ed il Corpo Forestale dello Stato. Tra le finalità della convenzione Scientifica stipulata con la sezione “Osservatorio Vesuviano” dell’INGV, alcune azioni sono state indirizzate per la mitigazione del rischio sismico. Obiettivo di queste azioni è stato quello di promuovere la cultura della prevenzione attraverso la formazione di personale specializzato per avviare, anche con campagne di divulgazione e sensibilizzazione della popolazione, un percorso per portare il cittadino ad acquisire un ruolo attivo nella riduzione del rischio sismico. Nello specifico è stata svolta: • attività di formazione destinata al personale operante presso la Sede di Colli a Volturno dell’OAPB con nozioni elementari sul fenomeno terremoto per la realizzazione e gestione di una banca dati sismici con epicentri nell’area interessata dal Progetto fruibile da “non addetti ai lavori”; • attività divulgativa per la popolazione finalizzata alla conoscenza del rischio sismico dell’area e alle norme comportamentali da tenere in caso di evento sismico. Di seguito, per sintesi, sono descritte le azioni che sono state concretizzate. La sismicità nell’area del progetto. L’area del progetto è parte del segmento della dorsale appenninica che si estende dall’Abruzzo alla Basilicata ed include i Monti de La Meta – Le Mainarde ed il massiccio del Matese. Questo segmento appenninico è una delle zone sismicamente più attive dell’Italia in quanto è stata più volte interessata da eventi sismici distruttivi con Intensità maggiore del X grado MCS, ad esempio nel 1349, 1456, 1688, 1702, 1732, 1805, 1915, intervallati da lunghi periodi di quiescenza. L’area è anche caratterizzata da sequenze sismiche di bassa energia (M≤4.2), ad esempio: 1885, 1903, 1905, 1984, 1990, 1992, 1997-98, 2001, e da attività a sciami (M≤3.5), ad esempio: 1999, 2000, 2005, con durata da pochi giorni ad alcuni mesi e costituiti anche da migliaia di eventi come, ad esempio, la sequenza del Sannio-Matese avvenuta nel 1997/98 lungo il confine Campania-Molise (Fig. 1). L’elevato numero di terremoti storici con intensità maggiore del X grado MCS e l’assenza di recenti terremoti ad elevata energia rende questa fascia della dorsale appenninica esposta ad alto rischio sismico. L’area del progetto si trova nel mezzo di due strutture sismogeniche che hanno generato nel recente passato i terremoti fortemente distruttivi di Avezzano nel 1915 e di Boiano nel 1805 ed è contigua all’area epicentrale del terremoto del 1349 (Fig. 1). Quest’ultima crisi sismica include 2-3 eventi principali avvenuti, probabilmente, tutti il 9 Settembre (DISS, 2010). La ben identificata “Aquae Iuliae Source” (Galli e Naso, 2009), responsabile di uno di questi eventi principali, è ubicata a pochi chilometri di distanza dall’area del Progetto. Nel Maggio 1984 l’area è stata direttamente interessata da una sequenza sismica di moderata energia con zona epicentrale ricadente nel distretto sismico Monti de La Meta – Le Mainarde (Fig. 1, destra). Questa sequenza fu caratterizzata da due eventi con magnitudo maggiore di 5 avvenuti nei giorni 7 maggio (Ms=5,8) e 11 maggio (Ms=5,2) e da una complessa distribuzione epicentrale degli aftershocks in quanto ha coinvolto segmenti di faglie con differente orientazione (Milano e Di Giovambattista, 2011). La sismicità rilevata negli ultimi 15 anni (Fig. 1) è stata 435 GNGTS 2013 S essione 2.3
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