GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

• Aree di ammassamento: sono le aree nelle quali far affluire i materiali, i mezzi e gli uomini necessari alle operazioni di soccorso; • Aree di accoglienza: sono aree in grado di assicurare un ricovero per coloro che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione. Sono strutture che hanno funzione tattica nella gestione dell’emergenza da destinare a tendopoli, roulottopoli o insediamenti abitativi di emergenza; • Aree di attesa: sono le località “sicure” di raccolta della popolazione al verificarsi di un evento calamitoso. Lo scopo di tale operazione è quello di indirizzare la popolazione in aree dove potranno essere tempestivamente assistite dalle strutture di Protezione Civile e definire la security line destinata al transito dei veicoli di soccorso; essa metterà in collegamento le aree di attesa con le aree di accoglienza e con le grandi vie di comunicazione che conducono ai presidi sanitari più vicini. A questo proposito risulta di fondamentale importanza l’analisi della vulnerabilità dei rami della rete urbana stradale che si avrebbe durante l’evento sismico per poter individuare i percorsi più sicuri, sia carrabili che pedonali. La valutazione è stata effettuata su tronchi stradali urbani, ovvero su tratti stradali privi di intersezioni al loro interno e con caratteristiche omogenee e l’indice di vulnerabilità viaria è stato valutato in base alla larghezza residua che si avrebbe per il transito, nell’ipotesi più pessimistica che gli edifici più alti si ribaltino completamente sulla strada: è definita dunque in base al rapporto tra larghezza della strada stessa ed altezza degli edifici prospicienti. Mentre per gli edifici di nuova costruzione il raggiungimento di un adeguato livello di sicurezza nei confronti dell’azione sismica è insito nel rispetto delle norme antisismiche vigenti, per gli edifici esistenti, in particolare per quelli murari dei centri storici, tale garanzia è affidata ad una pratica ben più complessa che consiste nel rispetto della logica con cui essi sono costruiti, il riconoscimento della quale ne permette la conservazione. Lo studio delle tecniche costruttive locali e la conoscenza specifica dei materiali, delle loro lavorazioni e delle metodologie utilizzate per la ricostruzione dopo il sisma del 1693, occupa un posto di primaria importanza nel contesto delle operazioni finalizzate alla messa in sicurezza ed al recupero del patrimonio edilizio esistente. L’analisi del costruito permette di conoscere quel complesso di regole edilizie utilizzate dalle maestranze del passato nei procedimenti costruttivi più comuni e definire quindi una serie di interventi compatibili che riescano a coniugare sul doppio versante sia la “sicurezza” che la “conservazione”. Gli interventi di mitigazione sapientemente adeguati alle esigenze del restauro sono individuate della legge 457/78, recepita in Sicilia dalla Legge Regionale 71/78 attraverso cinque categorie di intervento che vanno dalla manutenzione ordinaria alla ristrutturazione urbanistica ed edilizia eseguite tenendo conto delle prescrizioni previste dalle NTC 2008; le NTC forniscono i criteri generali di sicurezza, precisano le azioni che devono essere utilizzate nel progetto, definiscono le caratteristiche dei materiali e trattano gli aspetti attinenti alla sicurezza strutturale delle opere. Un’attenzione particolare è dedicata agli specifici aspetti delle costruzioni in muratura per le quali la norma distingue fra meccanismi di collasso locali (meccanismi di 1°modo) e meccanismi d’insieme (meccanismi di 2°modo). Il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile ha proposto delle schede che esemplificano e sintetizzano gli aspetti significativi dell’analisi dei cinematismi di collasso locali negli edifici esistenti in muratura. Per tali tipologie di edifici, che costituiscono la maggioranza delle costruzioni esistenti del patrimonio edilizio italiano, la Regione Molise nel 2004 ha predisposto delle Linee Guida per gli interventi di riparazione del danno e miglioramento sismico degli edifici di culto e monumentali che costituisce una guida alla comprensione e al riconoscimento degli interventi più significativi in relazione alla tipologia di vulnerabilità e allo stato di conservazione dei manufatti. Il piano di protezione civile, partendo da una scala territoriale giunge alla scala urbana ed alla necessità della definizione di interventi a scala architettonica trasformandosi in piano di recupero antisismico che ha come obiettivo la mitigazione del rischio e dunque la 455 GNGTS 2013 S essione 2.3

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