GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

geologico 3D del sottosuolo. A partire da una prima fase di interpretazione manuale di alcuni marker particolarmente significativi, la procedura semi-automatica ha consentito l’estrazione di circa 300 orizzonti sismici ( horizon slices ). Gli orizzonti sismici sono stati in seguito convertiti in mappe/superfici tempi (tempi doppi di riflessione, TWT) sulle quali sono stati calcolati gli attributi sismici di ampiezza e continuità. Tra queste 300 superfici ne sono state selezionate circa 70, tutte riferibili alla successione Plio-Pleistocenica, oggetto di questo studio. Le analisi geo-morfologiche e strutturali si sono infatti basate sul riconoscimento e l’interpretazione delle principali features geo-morfologiche e strutturali ben evidenziate dalle mappe di ampiezza e continuità per ciascun orizzonte sismico. Metodologia. Lo studio è stato condotto utilizzando principalmente il rilievo sismico 3D acquisito e processato in eni nel 2011. Oltre ai convenzionali volumi sismici, stack e migrazione, sono stati generati quegli attributi sismici risultati più efficaci nell’analisi strutturale e stratigrafica della sequenza oggetto di studio. L’interpretazione sismica dell’area è stata condotta per fasi successive. La prima fase, condotta con il software Petrel, è stata dedicata alla comprensione delle principali caratteristiche stratigrafico-strutturali dell’area di studio e per l’individuazione delle principali features sismo- deposizionali in essa presenti. L’utilizzo di tale software ha permesso inoltre di interpretare i principali orizzonti sismici, selezionati in base alle buone caratteristiche di continuità laterale, delle geometrie interne ed esterne e dei parametri sismici quali, in particolare, la continuità. Conoscenze stratigrafico-deposizionali derivanti dall’ampia documentazione disponibile hanno permesso la ricostruzione del Framework stratigrafico e strutturale del volume sismico. La seconda fase, condotta con il software Paleoscan , ha permesso l’interpretazione semiautomatica del volume sismico e la costruzione del modello geologico del sottosuolo (Geomodel). Il modello ottenuto è stato successivamente ri-computato, dopo l’importazione degli orizzonti interpretati nella fase precedente, che fungono da constraint per i rapporti geometrici e stratigrafici. Il modello geologico finale, così ottenuto, comprende circa 300 orizzonti, per ciascuno dei quali il software ha automaticamente generato delle mappe di ampiezza e continuità. La terza e ultima fase di interpretazione è consistita nella selezione manuale di circa 70 dei 300 orizzonti computati, sulla base della loro continuità laterale e del contenuto di informazioni sismico-geomorfologiche e strutturali. I 70 orizzonti interpretati sono stati trasformati in mappe-tempi, sulle quali sono stati calcolati gli attributi di continuità ed ampiezza (Fig. 2). L’attributo di continuità è la misura della similitudine della forma d’onda, espressa in ampiezza e fase, tra una traccia sismica e quelle vicine. Porzioni di tracce simili produrranno alti valori di continuità (colore bianco in figura), viceversa, porzioni di tracce diverse saranno mappate con bassi valori di continuità (colore nero in figura). Quando le condizioni geologiche modificano lateralmente la risposta sismica nel sottosuolo, come ad esempio in presenza di faglie, di scarpate o di improvvise variazioni di facies, la continuità diminuisce bruscamente: la mappa di continuità tende quindi ad evidenziare strutture e forme. L’ampiezza delle riflessioni simiche, invece, esprime il contrasto di impedenza acustica tra litologie a contatto, mettendo quindi in evidenza sia le variazioni litologiche che la possibile presenza e tipologia di fluidi che riempiono le porosità delle rocce. In base alla qualità delle mappe, alla presenza o meno di particolari features e alla loro posizione all’interno della successione studiata, sono state ri-selezionate una serie di Horizon Slice sulle quali è stata effettuata l’interpretazione di tipo sismico-geomorfologico. Inoltre, laddove presente il dato di pozzo e dove questo intercetta importanti features geomorfologiche, è stata effettuata la calibrazione litologica delle stesse, utilizzando principalmente il log di potenziale spontaneo (Sp). Questo log risponde in modo affidabile in contesti deposizionali di tipo clastico come l’avanfossa padana, evidenziando alternanze di sabbie e argille, caratterizzate rispettivamente da bassi e alti valori di potenziale spontaneo. 41 GNGTS 2013 S essione 3.1

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