GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

Il flusso di lavoro precedentemente descritto ha portato alla caratterizzazione sismico- geomorfologica e strutturale delle principali sequenze deposizionali all’interno dell’area di studio. Risultati. Con lo sviluppo e l’acquisizione di rilievi sismici 3D, l’opportunità di estrarre immagini sismiche in mappa ha aperto il campo ad un nuovo tipo di approccio basato sull’interpretazione sismico-geomorfologica (Posamentier, 2000). Inoltre l’estrazione degli attributi sismici permette una migliore caratterizzazione degli elementi morfo-deposizionali presenti in diversi contesti geologici, quali ad esempio il bacino di avanfossa, oggetto di questo studio. La successione plio-pleistocenica studiata è stata suddivisa in 5 Unità Sismo-stratigrafiche principali, che riflettono le principali fasi tettonico-deposizionali che hanno caratterizzato questa porzione del bacino di avanfossa padano. Esse vengono di seguito descritte, dal basso verso l’alto. Unità Sismo-stratigrafica I (Pliocene sup. – Pleistocene inf. basale). È costituita da depositi torbiditici prevalentemente sabbiosi con alternanze di argille. Questa caratteristica le conferisce una facies sismica distinta da elevati contrasti di impedenza acustica e da riflettori continui lateralmente, anche se altamente deformati o localmente tagliati dal sovrascorrimento principale. In questa sequenza si evidenziano una serie di canali rettilinei, provenienti da NO, che vengono convogliati nel depocentro della sinclinale esterna e che risultano quindi fortemente influenzati dalla presenza dell’alto strutturale. Sono canali principalmente erosivi, privi di levee o depositi laterali e poco aggradanti. I canali risultano essere sincroni alla deformazione prodotta dal sovrascorrimento e la loro posizione migra nel tempo verso NE, in accordo con la migrazione della deformazione e quindi del depocentro del bacino. L’ambiente deposizionale è riferibile ad un bacino confinato. Unità Sismo-stratigrafica II (Pleistocene inferiore). Questa Unità (Fig. 2) è formata da argille di frangia di lobo torbiditico nelle zone di alto strutturale e da depositi torbiditici sabbiosi Fig. 2 – Mappa di continuità (a sinistra) e di ampiezza (a destra), relative ad un orizzonte delle argille Calabriane, estratta dall'Unità Sismo-stratigrafica II. Il massimo di ampiezza (Flat spot) alla terminazione settentrionale della piega è riferibile ad una interfaccia acqua-gas nel sottosuolo. 42 GNGTS 2013 S essione 3.1

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