GNGTS 2013 - Atti del 32° Convegno Nazionale

cm ed 1,5 m di profondità una cavità che si estende fino a metà dell’altare stesso. Altre cavità superficiali sono state riscontrate davanti il quarto altare. Infine, è stata riscontrata la presenza di una cripta ad una profondità compresa tra 60 cm e 2 m nella parte finale della navata. Navata laterale destra. Sono presenti due anomalie, una è davanti il primo altare in prossimità della seconda colonna ad una profondità compresa tra i 30 e gli 80 cm, mentre la seconda si trova in una ristretta fascia davanti il quarto altare. In entrambi i casi il segnale radar ha evidenziato la presenza di materiale poco addensato. Altare laterale sinistro. Oltre alla cripta centrale sono presenti due cavità, una alla sinistra della cancellata ed un’altra alla destra dell’altare, probabilmente riempite da materiale di riporto. Altare maggiore. Presenza di una anomalia abbastanza regolare al di sotto della pavimentazione dovuta probabilmente ad un rinforzo strutturale della pavimentazione stessa sulla parte anteriore sinistra. Altare destro e sagrestia. Sono stati considerati insieme perché co-interessati dalla presenza di cavità in comunicazione tra loro. In corrispondenza della porta che immette all’interno della sagrestia è stata individuata un’area con presenza di terreno di riporto. Al di sotto della sagrestia è presente un ambiente sormontato da tetti a volta, ben visibili nel segnale radar, che evidenzia un area con presenza di roccia degradata (20-40 cm). Conclusioni. Vengono presentati i risultati di una campagna di prospezioni georadar effettuata all’interno della chiesa di S. Maria Maggiore, ubicata nel Comune di Ispica, Sicilia, utilizzando antenne di 250 e 500 MHz; la tecnica di acquisizione è stata del tipo continuos profiling eseguendo scansioni sia longitudinali che trasversali. Le indagini hanno consentito di differenziare nell’area in esame zone caratterizzate dalla presenza di anomalie di propagazione dell’energia elettromagnetica, fornendo una notevole quantità di informazioni, tra cui anche la forma delle anomalie, e permettendo la ricostruzione della geometria delle strutture sepolte sotto la pavimentazione della chiesa (Fig. 3). Tenuto conto delle finalità dell’indagine e dell’importanza storico-architettonica della Basilica, si è ritenuto opportuno differenziare le riflessioni radar rilevate, per mettere meglio in risalto le zone anomale più significative, al fine di poter pianificare interventi di recupero successivi. In questo scenario, è stato possibile ricostruire la geometria delle cripte, specialmente dove il segnale evidenziava delle strutture ben delineate, delle aree più degradate e delle cavità non segnalate in superficie. Le cripte sono state rinvenute ad una profondità di circa 80 cm e si sviluppano fino a circa 2 metri (Figg. 1, 2). Analizzando i radargrammi sono state individuate delle anomalie superficiali dovute al parziale scollamento di porzioni della pavimentazione che non sono state segnalate sulla carta perché di scarso interesse. Di notevole interesse, invece, sono i dati acquisiti al di sotto della sagrestia, che permettono di delineare la presenza di un tetto a volta con ambiente sottostante e con un’area di debolezza strutturale concentrata quasi al centro dell’ambiente stesso e segnalato con il colore blu (Fig. 3). Infine, è possibile affermare che l’interpretazione dei radargrammi ha permesso di ricostruire l’andamento del sottosuolo evidenziando diverse tipologie di anomalie legate alla storia del sito, che risulta completamente rimaneggiato in quanto è stato oggetto di scavi, seppellimento di defunti e riempimento per la costruzione della chiesa stessa. È evidente che i risultati ottenuti con la tecnica georadar si sono dimostrati utili per l’ individuazione, la localizzazione di cavità e/o cripte e la caratterizzazione dei materiali che le costituiscono e che le riempiono parzialmente o totalmente, ai fini della pianificazione di ulteriori interventi volti al restauro e conservazione della Basilica. Riconoscimenti: Questo articolo é stato eseguito con il supporto finanziario dell’università di Catania (PRA n 20104001082, Responsabile Scientifico: Imposa S.). Bibliografia Anchuela Pueyo Ó.,Casas-Sainz A.M.,Soriano M.A., Pocoví-Juan A.2009. Mapping subsurface karst features with GPR: results and limitations. Environmental Geology 58, 391–399. 136 GNGTS 2013 S essione 3.2

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