GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

conseguenza σ è stato valutato in queste zone solo per il primo strato. Considerando le piastre dal n.2 al n.4, si è riscontrata una distribuzione del coefficiente di Poisson coerente con la stratificazione della pavimentazione. Le piastre di cemento hanno un valore di σ di 0.17-0.18, mentre per lo strato di base e la sottobase σ è rispettivamente pari a 0.14-0.15 e 0.21-0.24. Questi valori sono coerenti con quelli proposti p.es. da Cruzado (2006) su materiali da costruzione simili. Conclusioni. L’integrazione di metodi geofisici di comprovata affidabilità (georadar, elettro- magnetici, elettrici e sismici a rifrazione) rappresenta un importante strumento per la valutazione dell’integrità e dell’affidabilità di una pavimentazione aeroportuale. Tali metodologie sono rapide ed economiche e possono essere utilizzate per mappare ampie aree durante la fase di collaudo, al fine di discriminare le aree critiche laddove il costruito differisca dal progetto originale. In aggiunta al metodo GPR, che è una tecnica ormai consolidata per queste applicazioni, i metodi elettrici e sismici ad alta risoluzione possono fornire un ulteriore contributo al fine di determinare i parametri geometrici, fisici e meccanici della pavimentazione. In particolare, la campagna geofisica ha portato alla validazione della geometria di progetto della pavimentazione, costituita da tre strati aventi rispettivamente uno spessore medio di circa 30, 20 e 40 cm, ciascuno caratterizzato da un alto grado di variabilità sia in direzione x che y. Il primo strato, composto da piastre in cemento, è relativamente omogeneo e caratterizzato da bassa resistività (circa 30- 40 ohm×m) e coefficiente di Poisson di circa 0.17-0.18. Lo strato di base che copre l’intera area ad una profondità di 30-50 cm è più disomogeneo restando, in alcune aree, non distinguibile dallo strato sottostante e presenta un diverso comportamento fisico-meccanico (resistività di circa 200-600 ohm×m e coefficiente di Poisson di 0.14-0.15). la sottobase presenta valori di resistività simili allo strato precedente, ma diverso Poisson (0.21-0.24). I coefficienti di Poisson dei tre strati sono coerenti con quelli desunti da lavori di letteratura su campioni di laboratorio. Al di sotto dei tre strati costituenti la pavimentazione, si rileva uno strato a bassa resistività (40- 50 ohm×m) relativo alle sabbie limose presenti in-situ che coprono l’intera area, ad eccezione di alcune zone anomale dove gli alti valori di resistività indicano la presenza di una struttura preesistente. Pertanto la procedura sperimentale adottata ha fornito modelli affidabili sia in termini di errore dei modelli ricostruiti che di ripetibilità dei risultati. Sebbene il primo strato sia stato ben rilevato e modellato utilizzando tutte le metodologie, la ricostruzione ERT ha lo svantaggio di perdere risoluzione in profondità mentre il GPR ha una penetrazione limitata del segnale in profondità. Qualora si renda necessaria anche una caratterizzazione meccanica per valutare il carico verticale massimo, la tomografia sismica a rifrazione ha il vantaggio sostanziale, rispetto a metodi quali il Falling Weight Deflectometer (FWD), di calcolare valori di velocità delle onde sismiche e conseguentemente il coefficiente di Poisson (o il modulo di Young o il modulo di taglio) per ogni strato e per ogni piastra. Questo ha portato ad una ricostruzione ad alta risoluzione della pavimentazione analizzata rispetto al valore singolo (ad esempio il modulo di taglio) ottenuto con il FWD su un volume d’interesse. D’altro canto, poiché i metodi sismici non sono sempre rapidi, soprattutto nel caso di tomografia ad alta risoluzione, è necessario un ulteriore sviluppo di un sistema meccanizzato per il rilevamento in continuo, comprendente la sorgente, gli streamer e i cavi. Pertanto le tecniche GPR, EM ed ERT possono essere ampiamente utilizzate per ricavare informazioni sulla stratificazione, sia facendo riferimento allo spessore della piastra (il cui valore medio non deve essere inferiore di oltre il 5% rispetto al progetto originale) che allo spessore e al grado di conservazione dei materiali sottostanti (strato di base e sottobase). Più in dettaglio, gli array ERT 2D e/o 3D possono essere applicati per caratterizzare senza ambiguità interpretative le zone anomale precedentemente individuate da una fase di screening mediante indagini GPR e/o EM, in cui i valori di resistività più elevati possono essere associati a zone areate e/o con maggiore contenuto di inerte e quindi maggiormente soggette a rottura. 226 GNGTS 2014 S essione 3.3

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