GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

GNGTS 2014 S essione 1.1 99 Per quanto riguarda i giacimenti di idrocarburi, il più grande campo a gas e petrolio scoperto nella nostra area di studio è Cavone, che comprende due serbatoi principali, in brecce del Cretaceo inferiore ed in calcari oolitici liassici (Nardon et al. , 1991;. Casero, 2004). Sono stati i livelli di estrazione e reiniezione di questo campo che ICHESE (2014) ha dichiarato di non poter escludere fossero associati con l’insorgenza del terremoto 20 maggio 2012. Sono più limitate le informazioni disponibili per i giacimenti di gas, che sono rinvenuti ad una profondità media di 1.000-1.200 m, principalmente all’interno della formazione pleistocenica di Asti. Tutti i giacimenti di gas o di petrolio e gas si trovano all’interno o appena sopra agli alti strutturali che formano la complessa architettura dell’arco di Ferrara-Romagna. L’analisi della distribuzione spaziale di tutti i pozzi rivela che i pozzi dove il gas non è mai stato incontrato in tutta la sequenza perforata si trovano accanto a pozzi produttivi. Poiché l’impostazione stratigrafica di tutta l’area di studio è piuttosto omogenea, tale irregolarità nella distribuzione dei pozzi produttivi/sterili deve avere un’altra spiegazione. Ci possono essere diversimotivi per cui gli idrocarburi non si accumulano in una trappola. Forse il prerequisito essenziale per la formazione di un serbatoio di gas efficiente è che le formazioni geologiche sovrastanti gli strati porosi dove gli idrocarburi possono spostarsi e accumularsi non devono essere influenzati da fratture e difetti, il che potrebbe permettere ai fluidi di fuoriuscire. Questo non avviene in aree molto sismiche: i principi di base di meccanica della sorgente sismica (ad esempio Scholz, 2002) suggeriscono che i terremoti di M≥5.5 sono in grado di rompere un notevole spessore dello strato sismogenico. Così, terremoti in ambiente compressivo almeno grandi quanto questa soglia di magnitudo possono generare nuove fratture e causare slittamenti su faglie secondarie sopra il limite della faglia principale, danneggiando il serbatoio ed il caprock impermeabile e consentendo ai fluidi di migrare verso l’alto. La generazione di faglie distensive di estradosso e la progressiva riduzione del carico litosferico in prossimità della superficie terrestre possono promuovere ulteriormente la fuoriuscita di fluidi dal nucleo dell’anticlinale. Per riassumere, noi sosteniamo che in una zona attiva come la Pianura Padana la mancanza di gas in un serbatoio può riflettere lo stato di fratturazione del serbatoio e del caprock e, infine, la presenza e lo stato di attività di una faglia capace di terremoti M>5.5. Ceteris paribus, le anticlinali con maggiore lunghezza d’onda generate da faglie più larghe, e presumibilmente più lunghe, sarebbero meno adatte a preservare l’integrità di un serbatoio rispetto alle anticlinali più piccole, guidate da faglie minori. Nella Pianura Padana, le faglie più grandi hanno anche maggiori probabilità di influenzare il substrato Mesozoico più rigido, che si presume essere più incline al comportamento stick-slip e quindi a generare grandi terremoti (Bonini et al. , 2014). Tab. 1 - Riassunto delle 4 ISS (1-4) e delle 2 CSSs (a-e) utilizzate in questo lavoro, used in this work (da DISS Work- ing Group, 2010; Vannoli et al. , 2014). Sorgente Codice Terremoto Assegnata/ Lunghezza Larghezza Prof. Min Prof Max Dip Faglia Slip Rate DISS associato Max M w faglia (km) faglia (km) (km) (km) (°) (mm/y) 1 ITIS090 1570, 17 Nov 5.5 5.1 4.0 1.4 4.5 50 0.1-0.5 2 ITIS141 1624, 19 Mar 5.7 8.0 5.7 3.0 6.3 35 0.49-0.55 3 ITIS134 2012, 20 Mag 6.1 10.0 6.4 4.0 8.4 43 0.25-0.50 4 ITIS107 2012, 29 Mag 6.0 9.0 5.9 4.0 7.0 30 0.50-1.04 a ITCS049 ---- 5.5 --- 4.0 3.0 10.0 30-50 0.04-0.16 b ITCS050 ---- 5.5 --- --- 1.0 8.0 25-55 0.10-0.50 c ITCS051 ---- 6.0 --- --- 3.0 10.0 25-45 0.50-1.04 d ITCS012 ---- 6.1 --- --- 2.0 8.0 20-40 0.49-0.55 e ITCS103 ---- 6.0 --- --- 3.5 10.0 40-50 0.25-0.50

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