GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

194 GNGTS 2014 S essione 1.3 In generale, i dati clinometrici degli ultimi 20 anni hanno evidenziato solo variazioni impulsive legate a forti eventi sismici occorsi in un raggio di circa 30 km da Vulcano e trend a lungo termine; Non sono state mai evidenziate variazioni rapide (ore-giorni) correlabili a sorgenti magmatiche. Le osservazioni sui dati di deformazione insieme alla sismologia sembrano suggerire 3 principali sorgenti che concorrono a definire la dinamica dell’isola: Una prima sorgente è legata alla tettonica regionale ed ha una generale cinematica di tipo transpressiva del complesso Lipari-Vulcano con una componente destra di spostamento lungo una struttura orientata circa NNW-SSE (Aeolian Tindari-Letojanni Fault System) (Bonaccorso, 2002; Bonforte e Guglielmino, 2008); I dati di livellazione e delle distanze sulla rete “Lipari- Vulcano”su tutto il periodo 1975-2014 evidenziano bene il ruolo della tettonica regionale, mostrando anche le variazioni che caratterizzarono la crisi del Golfo di Patti culminata con la scossa del 15 aprile del 1978 di magnitudo 5.5 (Ferri et al., 1988; Falsaperla et al. , 1989; Bonafede, 1995); un evento, che è stato associato alla Aeolian Tindari-Letojanni Fault System e che sembra aver giocato un ruolo importante nella transizione del sistema vulcanico da una fase di stabilità ad una fase di agitazione, inducendo il riscaldamento e l’espansione dei fluidi idrotermali superficiali. Fig. 3 – Variazioni di quota dal 1976 al 2013 misurate tramite livellazione di precisione ai capisaldi CS 5 e CS 18A (riferimento CS 1A). Si nota la differenza di trend tra il Piano (Cs 5) stabile e la Caldera (Cs18A) in subsidenza. Sono visibili le variazioni del periodo 1975-1979 (crisi del Golfo di Patti evento 15/04/78 M=5.5). I dati di livellazione e delle distanze sulla due reti evidenziano inoltre una seconda sorgente i cui effetti si ripercuotono sulla parte settentrionale dell’isola e che potrebbero essere correlati ad una dinamica della caldera della Fossa le cui evidenze si hanno maggiormente tra la seconda metà degli anni ‘80 e gli anni ‘90. Una terza sorgente risulta essere concentrata sul cono del “La Fossa”; Gambino eGuglielmino (2008) hanno evidenziato, attraverso le misure EDM effettuate sulla rete “VULNORD” e le livellazioni dell’area sommitale, che il cono della Fossa è stato interessato da una dinamica tra il 1990 ed il 1996. Le singole misure EDM hanno mostrato una estensione generale tra linee che collegano i caposaldi posizionati sull’edificio e quelli esterni. In particolare, variazioni di distanza fino 6-7 cm e subsidenza fino a 5.5 cm (sulla livellazione) furono registrate in quel periodo. Queste misure indicano una deflazione e contrazione generale del cono vulcanico. Invertendo i dati EDM e di livellazione si è ottenuta una sorgente sub-verticale posizionata all’incirca sotto il cono e profonda poco al di sotto del livello del mare. In considerazione

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