GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

202 GNGTS 2014 S essione 1.3 Nel nostro caso, i costruttori avevano aggiunto come caementa frammenti e blocchi di tufo, materiale ricco in zeoliti, che sono dei silico-alluminati idrati di metalli alcalini e/o alcalino- terrosi (cabasite e phillipsite). Ne consegue, inconsapevolmente, un miglioramento della reazione idraulica. La pozzolana veniva anche esportata da Pozzuoli alle coste della Palestina, ad esempio per la costruzione del porto di Erode a Caesarea Maritima , giacchè costituiva infatti un perfetto carico di ritorno per le navi che trasportavano grano da Alessandria a Puteoli . Per quanto concerne la tecnica costruttiva delle banchine, vista l’opportunità del comodo approvvigionamento del pulvis Puteolanus e la gettata direttamente sulla sabbia, possiamo ritenere che la realizzazione sia stata eseguita secondo i dettami del primo metodo illustrato da Vitruvio, ovvero della “ cassaforma inondata ”. Questo era, infatti, il metodo più semplice ed economico. La caratteristica saliente per la gettata in acqua consiste nell’assenza di stagnatura di questo tipo di cassa, che, secondo Vitruvio, non doveva nemmeno avere il fondo. Infatti, una volta assemblata la struttura, “(l’) inferior pars sub aqua (era) exaequanda et purganda . Testualmente : “ quindi, in quel punto stabilito, si debbono affondare e bloccare con sicurezza delle casseforme tenute insieme damontanti di quercia e tiranti trasversali; poi, nel vano interno, (lavorando) dalle traversine si deve livellare e pulire il fondale [ exaequanda et purganda ] e gettare la malta, preparata come è spiegato sopra, mischiata al pezzame di pietra, fino a che lo spazio tra le paratie non sia riempito di calcestruzzo ”. Vitruvio da’, tuttavia, una spiegazione “parzialmente impropria” delle qualità chimiche della pozzolana: impropria , poiché egli non conosce la reazione che avviene nella trasformazione dalla calce aerea alla calce idraulica e il chimismo che la sottintende; parzialmente, poiché nella sua descrizione del pulvis Puteolanus ( De Architectura , II,VI,1) scrive: “ E ciò sembra possibile perché alle pendici del monte vi sono terre e sorgenti calde per la presenza sotterranea di giacimenti di zolfo, allume e bitume che alimentano enormi fuochi ”. Analisi dei dati. La curva delle deformazioni del suolo nel tempo. Come già scritto, il Macellum è identificato da sempre come “marker” per lo studio dei movimenti deformativi dell’area flegrea. L’importanza della fenomenologia del bradisismo è presentata nella magistrale opera di C. Lyell, «Principles of geology» del 1830-33, nella quale l’Autore, per sostenere il principio dell’attualismo quale chiave di lettura dei fenomeni del passato, porta come esempio il fenomeno bradisismico di Pozzuoli, dove le colonne del Macellum avevano registrato il lento e costante movimento del suolo nei secoli (Lirer et al ., 2010). I dati emersi dallo studio permettono una rilettura della curva delle deformazioni del suolo nel tempo (Fig. 3). La ricostruzione prende come riferimento il primo pavimento di Età Augustea, ipotizzando una quota di imposta dell’epoca pari a 1.5 m s.l.m.. Tale scelta si è resa necessaria al fine di poter ricostruire l’andamento delle variazioni del suolo in epoca antica, nonché avere un livello di riferimento certo. Sulla scorta di tali dati viene ricostruita anche la curva relativa al IV pavimento superiore (attualmente visibile) di Età Tardoflavia-traianea. Vengono proposte le due curve nella considerazione che non si possano ricostruire correttamente le deformazioni del suolo senza considerare i reinterri realizzati in epoca antica. Attualmente il I pavimento è ad una quota di circa -3.5 m s.l.m. I valori riportati sulla curva sono relativi alla probabile posizione del I pavimento relativamente alle distanze che lo separano dai “markers” soprastanti. Ad esempio, nel caso del IV pavimento, intercorre uno spessore di 3.5 m. Nell’ipotesi, quindi, di una quota di imposta del IV pavimento di 1.5 m s.l.m., il I pavimento sarà ad una quota di -2.0 m s.l.m.. Deinde tunc in eo loco, qui definitus erit, arcae stipitibus robusteis et catenis inclusae in aquam demittendae destinandaeque firmiter; deinde inter ea extrastilis inferior pars sub aqua exaequanda et purganda, et caementis ex mortario materia mixta, quemadmodum supra scriptum est, ibi congerendum, denique compleatur structura spatium, quod fuerit inter arcas.

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