GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

(Unità di Ferrere), caratterizzate da stratificazione incrociata concava e locali intercalazioni siltose. Nella parte media e superiore, questo complesso è invece formato da ripetute alternanze di silt, con laminazione piano-parallela, e sabbie fini, con stratificazione incrociata concava (Unità di San Martino). Il Complesso Superiore, di ambiente fluviale ed età pleistocenica inferiore, è formato nella parte basale da sabbie e sabbie ghiaiose con stratificazione incrociata concava (Unità di Cascina Gherba) e nella parte superiore da silt argillosi privi di stratificazione, estremamente pedogenizzati (Unità di Maretto). Al di sopra della successione villafranchiana si sviluppa una copertura continua di depositi fluviali rappresentati da silt, con subordinate sabbie e ghiaie, con spessore di alcune decine di metri, riferibili al Pleistocene medio e superiore. Tali depositi sono connessi ad antichi tracciati dei fiumi Po e Tanaro e costituiscono nell’Altopiano di Poirino una successione continua e nei Rilievi dell’Astigiano una successione terrazzata che si sviluppa a quote variabili alla sommità delle dorsali collinari (Forno, 1982). L’area è drenata da corsi d’acqua a carattere per lo più torrentizio tributari del F. Tanaro, e in particolare dal Rio Maggiore e R. Stanavasso, drenanti verso NNE, e dal T. Traversola e T. Triversa, drenanti verso SSE (Fig. 1b). Nell’area di Cantarana si rinviene unicamente un acquifero multifalda a permeabilità media, ospitato nel “Complesso sabbioso pliocenico”, rappresentato dalle Sabbie di Asti e dai sovrastanti depositi dell’Unità di Ferrere, e nel “Complesso delle alternanze villafranchiane”, corrispondenti ai sedimenti villafranchiani dell’Unità di San Martino. Tale acquifero, prevalentemente alimentato dalla pianura del F. Po e drenante verso E (Beretta et al ., 1999; De Luca et al ., 2011), possiede localmente caratteristiche artesiane raggiungendo nell’area di Cantarana un livello piezometrico di circa 6 metri al di sopra del piano campagna (Fig. 1c). Nell’Altopiano di Poirino invece, al di sopra dell’acquifero multifalda sopra descritto, si sviluppa inoltre un acquifero superficiale a permeabilità media ospitato nei depositi fluviali siltoso-ghiaiosi terrazzati (Bortolami et al ., 1989; De Luca et al. , 2011; Lasagna et al ., 2011) (Fig.1c). Quest’ultimo, alimentato da acque meteoriche e superficiali e drenante versoW, appare fortemente influenzato dalla topografia. Una recente campagna piezometrica (aprile-giugno 2013) svolta nell’area di Cantarana ha evidenziato che il flusso della falda, diretto da ovest verso est, mostra un pronunciato cono di depressione a causa del sensibile prelievo (Fig. 1d). Nell’area d’indagine il gradiente idraulico della falda raggiunge un valore medio di circa 2.5% a causa della sensibile depressione della falda connessa allo sfruttamento idropotabile. Registrazioni termometriche. Nell’area in esame sono presenti 41 pozzi acquedottistici (di cui 37 attivi), concentrati su una superficie di circa 3 km 2 . Le misure termometriche sono state eseguite nel luglio 2014 in 2 pozzi non attivi (P8 e P10) che si collocano proprio all’interno del cono di depressione (Fig. 1d). I pozzi, con diametro medio di circa 300 mm e una profondità di 110 metri, sono dotati di un sensore per la registrazione del livello piezometrico che consente il monitoraggio in continuo della falda. Il pozzo P8 si colloca a 171 m s.l.m. e ha soggiacenza di circa 38 m dal p.c. mentre il pozzo P10 è ubicato a 180 m s.l.m. e mostra una soggiacenza di 24 m dal p.c. La distanza tra i pozzi è di 500 m. Essi captano prevalentemente le falde artesiane presenti nei livelli sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi della formazione delle Sabbie di Asti che, in corrispondenza del campo pozzi della Valle Maggiore, mostra uno spessore complessivo di circa 200 m. L’assetto litostratigrafico è stato dedotto da dati disponibili per un pozzo limitrofo, considerato rappresentativo del contesto geologico locale. Il sottosuolo è caratterizzato da un’alternanza regolare di livelli sabbioso-ghiaiosi intercalati a livelli da limoso-argillosi che costituiscono un tipico acquifero multistrato. Nell’analisi è stato assunto che questo acquifero si comporti come un unico strato dal punto di vista termo-idraulico. Le misure di temperatura sono state eseguite a intervalli di profondità di 2.5 m, mediante un sensore di temperatura di alta precisione, costituito da una resistenza al platino con una sensibilità di 0.01 °C. La Fig. 2 riporta i valori di temperatura registrati nei pozzi e i gradienti GNGTS 2014 S essione 1.3 207

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