GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

16 GNGTS 2014 S essione 2.1 Sappiamo davvero tutto sulla storia sismica italiana? Qualche dubbio Gruppo di lavoro sismologia storica e macrosismologia Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Il gruppo di lavoro è costituito da ricercatori e tecnologi che all’interno dell’INGV negli ultimi mesi hanno discusso e condiviso un documento di programmazione decennale. Ne fanno parte, fra gli altri: Albini P., Arcoraci L., Azzaro R., Bernardini F., Bianchi M.G., Camassi R., Caracciolo C., Castellano C., Castelli V., Ciuccarelli C., Comastri A., D’Amico S., D’Amico V., Del Mese S., Ercolani E., Graziani L., Locati M., Lolli B., Maramai A., Mariotti D., Meletti C., Pessina V., Rossi A., Rovida A., Tertulliani A., Tuvè T., Vecchi M. Premessa. Ci sono momenti in cui le contingenze storiche impongono di considerare con molta attenzione quale sia lo stato delle conoscenze di un determinato settore di ricerca e le sue prospettive di sviluppo, i nodi principali che quella ricerca dovrà affrontare e sui quali investire le proprie risorse. La sismologia storica italiana ha alle spalle un trentennio di lavoro, che ha dato risultati indiscutibilmente di grande rilievo anche a livello internazionale, ma ha davanti a sé un futuro incerto. E’ un settore di ricerca rappresentato da un numero esiguo di ricercatori, che hanno quindi un limitato peso ‘contrattuale’, e pur sviluppando ricerche di riconosciuta rilevanza culturale e sociale, viene percepito nella più ampia comunità sismologica e geofisica come una nicchia che ha già dato il meglio di sé. Proprio per questo un consistente numero di ricercatori di questa comunità, pur senza la pretesa di rappresentarla completamente, ha sviluppato una riflessione sullo stato delle conoscenze e sulle prospettive di sviluppo sul lungo termine del settore. Il testo che segue raccoglie le riflessioni elaborate principalmente all’interno dell’INGV in forma di documento di lavoro, e ne sintetizza gli esiti. Introduzione. Uno degli obiettivi fondamentali della ricerca geofisica e vulcanologica è la comprensione dei processi in atto all’interno della Terra i cui effetti si ripercuotono sull’uomo e sull’ambiente. Molto importanti, in questo, sono le attività di ricerca strettamente finalizzate alle valutazioni di pericolosità sismica e vulcanica (oltre che da maremoto), che consentano di attuare efficaci politiche di mitigazione del rischio. Questi obiettivi hanno una indiscussa e immediata rilevanza sociale e sono tanto più strategici in tempi di limitate risorse economiche, in cui le esigenze applicative sono comprensibilmente più alte. La condizione essenziale per il miglioramento delle valutazioni di pericolosità è la disponibilità di basi di dati ampie, solide, affidabili e con adeguate soglie di completezza e tra i dati che contribuiscono alle valutazioni di pericolosità ‘naturale’ (sismica, vulcanica, da maremoto, ecc.) quelli che derivano dalla ricerca storica hanno un peso decisivo. L’Italia oggi dispone di basi di dati storici su cui si è lavorato molto nell’ultimo trentennio, che certo sono migliori di quelle disponibili in altri paesi ma non sono ancora le migliori basi di dati possibili. Inutile dire che “migliore possibile” in questo caso non indica un prodotto che tenda a un’irrealistica quanto irrealizzabile perfezione ma uno che, realisticamente, risponda a quante più esigenze possibili da parte degli utenti e rappresenti, in qualsiasi momento, un ragionevole compromesso tra esigenze di completezza, qualità e omogeneità dei dati da un lato ed esigenze di uso immediato dall’altro. Le considerazioni che seguono sono esplicitamente riferite allo stato delle conoscenze e alle prospettive di sviluppo delle ricerche sulla storia sismica, ma sono ancor più riferibili alle ricerche sulla storia eruttiva dei vulcani italiani e alla storia dei maremoti, settori in cui il contributo di competenze storiche è ancora, pur in misura diversa, limitato. Una lunga tradizione. In Italia la ricerca storica nel settore delle Scienze della Terra ha alle spalle una tradizione quasi trentennale, che affonda le sue radici in una lunga tradizione che ha avuto uno dei suoi momenti migliori fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. La

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