GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

GNGTS 2014 S essione 2.1 19 Monitoraggio macrosismico. L’aggiornamento della base di dati macrosismica è garantito anche dai risultati delle attività di monitoraggio macrosismico. Una delle motivazioni più forti che stanno oggi alla base di questa tecnica di indagine è rendere confrontabili i dati dei terremoti recenti con quelli del passato (poiché anche i terremoti recenti possono essere letti come “storici”). Il monitoraggio macrosismico ha una lunga tradizione metodologica risalente alla stagione della sismologia osservativa fra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento. Dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980, questa tecnica di indagine ha avuto nuovo impulso, in ambito Progetto Finalizzato Geodinamica e Gruppo Nazionale per la Difesa dai Terremoti, con il rilievo diretto di tutti i maggiori terremoti italiani, contribuendo a definire e migliorare procedure tecniche e strumenti di rilievo (per es. la definizione della nuova scala macrosismica europea EMS nel 1992-98), e all’interno dell’allora ING con la raccolta di dati da questionari attraverso la rete del Bollettino Macrosismico. Il monitoraggio macrosismico di terremoti recenti condotto negli ultimi 15 anni è basato sul rilievo diretto, sulla raccolta di documentazione giornalistica e amministrativa, ed in parte su questionari (particolarmente utili per definire il campo completo di avvertibilità). A partire dal 2001 i principali operatori impegnati nelle attività di rilievo diretto degli effetti dei terremoti si sono organizzati in un gruppo operativo denominato QUEST (QUick Earthquake Survey Team), dotato di un protocollo di intervento e di linee-guida procedurali; la maggior parte dei membri del gruppo proviene dall’INGV (personale presente nelle sezioni INGV di Bologna, Catania, Milano, Roma1, Roma 2 e CNT), con collaborazioni con operatori di altri enti (Università, Dipartimento della Protezione Civile). Il fatto che i terremoti recenti siano strumentalmente ben vincolati consente interpretazioni più attendibili in chiave sismotettonica e di pericolosità. E’ pertanto importante mantenere una continuità di questo tipo di indagine, per garantire una calibrazione reciproca tra dati storici e moderni, soprattutto per quei terremoti che presentino analogie dal punto di vista del pattern macrosismico. Conclusioni: obiettivi per il prossimo decennio. L’attività di indagine storica sui terremoti e di rilievo macrosismico ha caratteristiche non dissimili da quelle derivanti dalla gestione di una rete di monitoraggio, in quanto il suo principale obiettivo è quello di raccogliere e analizzare dati descrittivi della sismicità sia nel breve che nel lungo periodo. Questi dati sono essenziali per la definizione dei processi sismogenetici, l’identificazione e caratterizzazione delle strutture attive, le stime di pericolosità. Per talemotivo l’attività di questo comparto andrebbe pianificata in una prospettiva decennale che può essere sintetizzata nei seguenti obiettivi di medio e lungo termine: a) studio approfondito di terremoti forti ma poco conosciuti; b) aggiornamento sistematico, con nuove ricerche, degli studi sui terremoti presenti in catalogo con basi di dati insufficienti, inclusa la revisione degli eventi basati sul solo Bollettino Macrosismico; c) studio di singole aree di particolare interesse (per stime di pericolosità o altro); d) indagini a largo spettro per la sistematizzazione delle conoscenze su terremoti ignoti alla tradizione sismologica e per approfondire le valutazioni di completezza storica; e) ricostruzione delle sequenze per la progressiva integrazione critica di tutte le informazioni su foreshocks e aftershocks; f) monitoraggio sistematico, con procedure e strumenti di lavoro coerenti, di tutti i terremoti recenti, integrazione dei dati di rilievo parziali e aggiornamento in tempo reale della banca dati macrosismica; g) standardizzazione delle modalità di assegnazione dell’intensità macrosismica; h) miglioramento del calcolo dei parametri dei terremoti storici; i) pianificazione degli aggiornamenti delle nuove release del catalogo parametrico dei terremoti CPTI e relativo database delle intensità DBMI (Locati et al. , 2011);

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