GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

118 GNGTS 2014 S essione 2.2 • identificano una magnitudo soglia legata alla distanza tra l’epicentro di un evento sismico realmente accaduto e il sito in studio; • mantengono un legame diretto con le osservazioni effettivamente utilizzate per la loro determinazione, consentendo al contempo la corretta gestione delle incertezze inerenti questi dati che risulta coerente con il carattere discreto ed ordinale delle informazioni macrosismiche considerate per l’analisi; • legano strettamente i valori della M w e della PGA (che sono i parametri che permetteranno di effettuare calcoli sul fattore di sicurezza o l’indice di liquefazione con i metodi semplificati) che devono riferirsi, per rispettare la natura fisica del problema, allo stesso evento sismico�. Nella metodologia proposta viene utilizzata l’implementazione del codice SASHA (D’Amico e Albarello, 2008), che, nella sua versione più recente, è in grado di compiere una specifica “analisi di disaggregazione” volta ad identificare gli eventi sismici del passato più rappresentativi della pericolosità locale (Albarello, 2012). Il codice fornisce per ciascuna località capoluogo comunale i valori delle intensità macrosismiche caratterizzate da una fissata probabilità di eccedenza in un fissato tempo di esposizione ( I rif ) e identificando quegli eventi storici che hanno maggiormente contribuito alla definizione di questa pericolosità. Fra questi viene infine selezionato quell’evento che ha fornito il maggiore contributo per l’intensità I rif indicandone la magnitudo macrosismica e la distanza epicentrale così come riportate dal catalogo sismico di riferimento. La metodologia prevede 4 fasi: a) identificazione dell’intensità di riferimento (I rif ) al sito (per esempio caratterizzata da una probabilità di eccedenza inferiore al 10% in 50 anni) ����������� �� ������ ����������� utilizzando un metodo statistico/ probabilistico specificamente sviluppato per la gestione di dati macrosismici affetti da incertezza e cataloghi incompleti b) identificazione degli eventi sismici del passato che hanno interessato il sito di studio (quindi la loro distanza) � ����� ����������� ���� ������������ ������� ������ ���������� e hanno contribuito alla pericolosità sismica locale producendo effetti almeno pari a I rif . c) assegnazione a ciascuno di questi eventi di una probabilità che quell’evento sia stato effettivamente risentito al sito con una intensità almeno pari a I rif . Questa ultima fase permette di tenere conto delle incertezze sulle valutazioni di scuotimento nei casi in cui questo sia stato dedotto per via indiretta (da dati epicentrali o da risentimenti in siti vicini�) d) identificazione dell’evento do riferimento come quello caratterizzato dai valori massimi della probabilità definita al punto 3 (considerando a parità di probabilità, quello con magnitudo Mw maggiore) e comunque caratterizzato da valori di magnitudo e distanza epicentrale R compatibili con la relazione di Galli (2000) nella forma Distanza R (km) M w 15 5 24 5.5 45 6 75 6.5 120 7 Tab. 5 - Relazione tra la distanza epicentrale R e la minima magnitudo Mw necessario a provocare fenomeni di liquefazione.

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