GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

132 GNGTS 2014 S essione 2.2 distinguendo le aree in cui i depositi alluvionali quaternari poggiano direttamente al di sopra del substrato roccioso, dalle aree in cui sono presenti anche i depositi fluvio-lacustri. Sono state anche fornite indicazioni preliminari circa gli spessori delle coperture e sono state indicate anche le aree in cui sono presenti rocce deboli (per esempio la Formazione di Sillano - SIL) che non sempre presentano le caratteristiche di un substrato rigido. Nell’ambito di queste zone, rientrano anche le aree caratterizzate da substrato rigido lapideo stratificato, posto su un versante acclive (pendenza indicativamente superiore a 15°) e tale da non escludere fenomeni di amplificazione di tipo topografico. • Zone suscettibili di instabilità. Sono state distinte esclusivamente le aree instabili connesse a fenomenologie gravitative di versante e le aree caratterizzate da fenomeni di contatto litologico/tettonico tra litologie con caratteristiche meccaniche significativamente differenti. Definizione dell’input sismico e analisi della risposta sismica locale. La scelta dei segnali accelerometrici da utilizzare come input sismico nelle analisi di Risposta Sismica Locale è stata effettuata da EUCENTRE, su commissione dell’Ufficio Prevenzione Sismica della Regione Toscana. I sette segnali forniti sono stati quindi scalati al valore di accelerazione massima attesa su sito di riferimento rigido per il comune di Barberino di Mugello (a g = 0.196 g). Dall’analisi dei sette segnali sismici, è emerso che due di essi (IT3 e IT6) non erano particolarmente significativi ai fini delle analisi di risposta sismica locale, avendo caratteristiche molto simili a quelle degli altri. Pertanto, dopo aver verificato che la rimozione dei due segnali IT3 e IT6 non determinava alcun sostanziale cambiamento nello spettro elasticomedio in pseudo-accelerazione (con riferimento ad uno smorzamento ξ=5% dello smorzamento critico) del set, si è deciso di utilizzare nelle analisi i soli accelerogrammi IT1, IT2, IT4, IT5, IT7, essendo comunque il loro numero (5) superiore a quello minimo (4) indicato dagli ICMS (2008). In questo modo è stato possibile ridurre l’onere computazionale che per le analisi di RSL bidimensionali risulta particolarmente gravoso. In corrispondenza delle 12 sezioni realizzate, ritenute rappresentative ai fini della valutazione degli effetti amplificativi, sono state eseguite, presso il Dip.to di Ingegneria Civile e Ambientale (DICeA) dell’Università di Firenze, analisi della risposta sismica locale con il programma di calcolo automatico QUAD 4M. Tale programma consente di effettuare analisi bidimensionali agli elementi finiti (FEM) e quindi di tener conto sia degli effetti legati alla successione stratigrafica (effetti stratigrafici) sia degli effetti legati alla morfologia superficiale (effetti topografici) e sepolta (effetti di valle). Per ciascuna sezione in esame il deposito viene discretizzato mediante un numero finito di elementi di forma quadrangolare o triangolare, secondo uno schema a masse concentrate collegate tra loro da molle e smorzatori viscosi. Per ciascun elemento vengono assegnate oltre alle coordinate dei nodi, le proprietà fisiche e meccaniche del materiale costituente, in termini di densità, coefficiente di Poisson, modulo di taglio iniziale G 0 , rapporto di smorzamento iniziale D 0 e leggi di variazione, con la deformazione di taglio, del modulo di taglio normalizzato e del rapporto di smorzamento, ovvero G(γ)/G 0 e D(γ). L’accelerogramma di input viene applicato alla base del deposito, in corrispondenza dei nodi appartenenti alla superficie di contatto tra terreno e bedrock sismico. Caratterizzazione geotecnica. Sulla base del modello geologico di sottosuolo e dei risultati delle prove geotecniche in sito e di laboratorio disponibili, è stato ricostruito, in corrispondenza di ciascuna sezione geologica rappresentativa, selezionata ai fini delle analisi della risposta sismica locale, il modello geotecnico da impiegare nelle successive analisi numeriche. Per ognuna delle sezioni modellate sono quindi state definite le principali unità litostratigrafiche e per ciascuna di esse: i valori del peso di volume γ, del coefficiente di Poisson ν, della velocità di propagazione delle onde di taglio V S , del rapporto di smorzamento iniziale D 0 e le curve di decadimento del modulo di taglio e di incremento del rapporto di smorzamento con la deformazione.

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=