GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

limitato, di conseguenza non sono utilizzabili metodi che risentano fortemente degli effetti di bordo o, viceversa, che non considerino affatto l’esistenza di un confine; nemmeno percorribile è l’ipotesi di assumere come riferimento distribuzioni ottimali basate su configurazioni non analiticamente univoche, come nel caso di Voronoi centroidali, che in caso di poche indagini possono corrispondere a distribuzioni di tipo completamente diverso. Per il calcolo dell’indice Id x è stata definita una zona intorno alle indagini in cui si ritiene siano estendibili i risultati dell’indagine stessa (area di pertinenza), di dimensioni dipendenti dalla tipologia di microzona e del contesto in cui ricade. Ciò si traduce nel calcolo di un buffer, a distanze parametrizzate, intorno alle indagini e solo limitatamente all’interno del perimetro della microzona in cui ricade l’indagine. In una prima ipotesi (Quadrio et al. , 2013), alla quale sono seguite una serie di sperimentazioni, la dimensione dei buffer delle indagini era principalmente basata, oltre che sulla tipologia della microzona, sul contesto geologico all’interno del quale ricadeva la microzona stessa. Sulla base di evidenze sperimentali, la definizione dei raggi di buffer è stata ricalibrata, basandosi principalmente sulla tipologia della microzona e adottando un valore costante per indagini ricadenti in zone stabili e instabili: le aree instabili non dipendono in generale dal contesto geologico e pertanto il buffer legato alle indagini ricadenti in tali ambiti può essere considerato univoco; allo stesso modo, le incertezze legate alla caratterizzazione delle zone stabili sono da considerare invariate a seconda dei diversi contesti geologici analizzati. I raggi di buffer delle indagini ricadenti in zone stabili suscettibili di amplificazione sono stati invece differenziati sulla base del livello di conoscenza dell’area indagata, dipendente dal contesto nel quale ricade, definendo tre gruppi definiti dalla Tab. 3: Tab. 3 - Valori dei raggi di buffer per la definizione di Idx per i diversi tipi di microzona. Zona Zona stabile Zona stabile suscettibile di amplificazione Zona instabile Gruppo - A B C - Descrizione sintetica - Amplificazioni dovute a cause molto ben investigabili perché definibili già da rilievi di superficie Amplificazioni dovute a cause investigabili con indagini geofisiche e geotecniche poco profonde Amplificazioni dovute a cause difficilmente investigabili perché molto profonde e/o perché dovute a più cause concomitanti o non univocamente individuabili - Livello di conoscenza - Alto Medio Basso - Raggio buffer (m) 150 120 90 60 30 Ad ogni gruppo, la cui descrizione sintetica è riportata in Tab.3, sono associati diversi contesti tipo, riportati in Tab. 4: Operativamente, l’indice Id x si basa sul concetto che a distanze dalle indagini inferiori al raggio di buffer l’informazione relativa all’indagine sia estrapolabile ed estendibile, mentre a distanze maggiori vi sia una carenza che pesa in maniera proporzionale al quadrato della distanza. Tale carenza è quantificata dall’indice valutando la distribuzione delle distanze dal buffer in maniera pesata rispetto alla superficie corrispondente a ciascuna distanza. GNGTS 2014 S essione 2.2 277

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