GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

Lo studio, illustrato nel presente contributo, si è proposto di integrare, approfondire ed estendere arealmente le valutazioni inizialmente operate dalla Regione Emilia-Romagna su ambiti insediativi ben delimitati, utilizzando gli stessi standard per gli elaborati dell’Ordinanza 70/2012 (Martelli et al. , 2013). Come noto, l’area di studio, con estensione di circa 16 km 2 e appartenente alla porzione occidentale della Provincia di Ferrara, è stata interessata da diffusi fenomeni di liquefazione e dissesti gravitativi co-sismici, indotti dalle scosse del 20 maggio 2012 ed associati a gravi danni all’edificato recente e storico (Galli et al., 2012; Facciorusso et al. , 2012). Analoghi ed estesi fenomeni di liquefazione avevano già interessato l’area ferrarese durante il terremoto del novembre 1570 (Guidoboni, 1984, 1987; Guidoboni et al. , 2007; Caputo et al. , 2012). Collocazione geografica e contesto geologico . L’area indagata corrisponde al territorio comunale di Mirabello, posto nella parte sud-occidentale della Provincia di Ferrara, a ridosso della ex. Strada Statale 225 di “San Matteo della Decima” che collega Modena a Ferrara. I significativi dislivelli topografici presenti sono legati a pronunciati dossi morfologici, corrispondenti a corpi di sabbie di canale fluviale. Questi dislivelli, come è risultato evidente da quanto osservato nel maggio 2012 (Papathanassiou et al., 2012), giocano un ruolo importante nello sviluppo dei dissesti da liquefazione cosismica delle sabbie. Nel territorio studiato affiorano solamente sedimenti olocenici di piana alluvionale, deposti in epoca storica dal fiume Reno. Tutti i sedimenti più antichi sono infatti sepolti a causa degli elevati tassi di accumulo sedimentario e della marcata subsidenza; i primi dovuti agli abbondanti apporti solidi fluviali, la seconda legata alla compattazione della successione sedimentaria, oltre che all’attiva deformazione tettonica. L’area indagata corrisponde infatti ad una struttura sinclinalica quaternaria collocata immediatamente a sud della pronunciata anticlinale sepolta di Ferrara e del sovrascorrimento frontale appenninico, qui sviluppato a nord dell’attuale corso del fiume Po (Pieri e Groppi, 1981). Come noto, la sismicità dell’area è dovuta al campo di stress compressivi che induce movimenti inversi, o trascorrenti-inversi (DISS Working Group, 2010), responsabili delle importanti deformazioni dei corpi sedimentari quaternari, deposti dapprima in ambienti marini ed in seguito francamente continentali, che hanno prodotto una serie di superfici di discordanza, anche angolari. Metodologie . Un problema ricorrente nella valutazione delle proprietà fisiche dei corpi sedimentari in ambito geologico consiste nell’estrapolazione volumetrica tridimensionale di misure puntuali o monodimensionali di sito. Tale questione si pone anche nella valutazione della risposta sismica locale, per la quale occorre utilizzare misure di sito al fine di interpretare la propagazione di onde attraverso volumi. Il presente lavoro addotta un approccio multidisciplinare finalizzato alla definizione di un modello geologico-stratigrafico di dettaglio dei primi 30 metri di sottosuolo, in grado di fungere da solida base per gli studi di microzonazione sismica. Il modello è stato ottenuto estendendo l’interpretazione classica delle facies sedimentarie e delle geometrie deposizionali, restituita attraverso sezioni stratigrafiche (Fig. 1), con l’interpolazione statistica tridimensionale derivata dall’interezza dei dati geognostici e geofisici disponibili (Fig. 2). La ricostruzione delle geometrie deposizionali si è basata innanzitutto su un’accurata interpretazione dei rapporti stratigrafici di superficie, mediante la realizzazione di una cartografia geologica che ha integrato indagini di terreno con tecniche di telerilevamento su dati multispettrali e multi temporali, come immagini satellitari ad alta risoluzione (visibile, infrarosso ecc.) o il dataset di punti quotati con tecniche di telemetria laser LIDAR (risoluzione ad un metro - volo AGEA 2008), che costituisce il modello altimetrico digitale più accurato per l’area di studio. La ricostruzione del sottosuolo è stata realizzata partendo dalla raccolta ed organizzazione in ambiente ArcGIS di un’ampia banca dati geognostica, comprendente oltre 400 prove fra sondaggi stratigrafici, penetrometrie e stratigrafie di pozzo. Ai fini dello studio sono state inoltre realizzate: 10 prove penetrometriche con punta meccanica (CPT) spinte a 30 m, eseguite 282 GNGTS 2014 S essione 2.2

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