GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

328 GNGTS 2014 S essione 2.3 FRFs. A theoretical procedure based on one-dimensional analytical models was also developed, to estimate the elastic stiffness of isolators. Investigations resulted in an identified elastic stiffness value about 2.2 times the expected nominal value for the used seismic devices. Based on 3D model updating, a computationally efficient 2D model of the bridge was also carried out. The optimized 2D model resulted in good agreement with experimental modal predictions and static truck-load test measurements, hence suggesting its use as baseline FE-model for further diagnostic investigations and monitoring programs. Finally, seismic analysis of 2D model under earthquake ground motions was compared to that of the same bridge with traditional restraints. Predictions clearly highlighted the marked efficiency and benefits of base isolation techniques, as well as the effects of improper FE-model calibrations for structural monitoring programs. References Alessandrini F., Fedrigo D., Coccolo A. (2009). Il nuovo ponte sismicamente isolato sul fiume Fella a Dogna: validazione del progetto strutturale a seguito di prove dinamiche. Ingegneria Sismica XXVI(4): 41–52. Bedon C, Morassi A (2014). Dynamic testing and parameter identification of a base-isolated bridge. Engineering Structures 60(2): 85-99. Bonessio N., Lomiento G., Benzoni G. (2012). Damage identification procedure for seismically isolated bridges, Structural Control and Health Monitoring 19: 565–578. Naeim F., Kelly J. (1999). Design of Seismic Isolated Structures: From Theory to Practice, Wiley, New York. NTC2008. Norme tecniche per le costruzioni (in Italian), D.M. 14 January 2008. SAP2000 (1998). Integrated finite element analysis and design of structures. Berkeley, CA, USA: Computer and Structures Inc. LE ATTIVITà INFORMATIVE DELL’INGV IN EMERGENZA SISMICA: MOTIVAZIONI E IPOTESI DI SVILUPPO FUTURO R. Camassi, C. Nostro, F. Bernardini, M. Crescimbene, E. Ercolani, F. La Longa, C. Meletti, V. Pessina, M. Pignone Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia Introduzione. Negli ultimi anni, in particolare a partire dalla sequenza sismica aquilana del 2009, il tema dell’informazione e della comunicazione collegata ad una situazione di emergenza sismica è diventato oggetto di dibattito pubblico, di discussione all’interno della comunità scientifica, di studio in ambienti disciplinari molto diversi (sociologia della comunicazione, psicologia dell’emergenza, ambito giuridico, ecc.) e di riflessione più generale all’interno del sistema di protezione civile. In questa nostro lavoro non si intende discutere della spinosa questione della comunicazione “dell’emergenza”, cioè di quel processo che regola il passaggio di informazioni tra il Sistema di protezione civile nel suo livello di coordinamento più elevato (Dipartimento della Protezione Civile) e la collettività, che abbia a che fare o meno con il presunto problema dell’allertamento, ma del tema più generale dell’informazione che il sistema di protezione civile (e la comunità scientifica che ne è una componente essenziale) produce in situazioni di emergenza o post- emergenza. Indubbia è l’importanza di una buona comunicazione, attentamente testata, in momenti di crisi. Essa infatti può aiutare a migliorare la risposta all’emergenza, ridurre i costi del disastro, migliorare la trasparenza del processo decisionale e aumentare il potenziale di accettazione delle conseguenze (Del Lungo, 2012; Wendling et al. , 2013). Lo scopo del presente lavoro è quello di sintetizzare ragioni, forme e contenuti delle attività informative che, in modo sempre più organico, sono state realizzate in numerose occasioni, a partire principalmente dal 2009, ipotizzando uno schema di protocollo operativo per la

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