GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

GNGTS 2014 S essione 2.3 329 gestione di tali attività. Va ricordato che le esperienze qui descritte sono state realizzate in modo coordinato con il Dipartimento della Protezione Civile e che questa attività è formalmente parte del programma di lavoro annuale all’interno della convenzione decennale DPC-INGV. Informazione in emergenza sismica. Con informazione in emergenza sismica si intende qui, in termini generali, il lavoro di trasferimento di informazioni verso il pubblico in situazione di emergenza sismica o comunicativa, lavoro che può manifestarsi in prossimità o nel corso di situazioni di crisi sismiche o nella fase, che può essere molto lunga, successiva all’emergenza vera e propria. Si precisa che in questa sede si intende discutere solo del lavoro informativo realizzato principalmente attraverso l’incontro diretto sul campo, pur supportato da altre forme di comunicazione (via web o tramite i social media , ad esempio). Non si considerano pertanto le attività di comunicazione ufficiale, del sistema di protezione civile o di sue componenti, verso l’esterno, in forma di comunicati, documenti, rapporti tecnici, informative, ecc. La richiesta di informazioni da parte della società civile in situazioni di emergenza (reale o percepita come tale) nei confronti della “Protezione Civile” (intesa come entità indefinita, così come percepita da gran parte della collettività), e più di recente nei confronti della stessa comunità scientifica, è aumentata esponenzialmente (e legittimamente) negli ultimi anni, contestualmente all’enorme circolazione di materiali informali attraverso le reti sociali, scavalcando le mediazioni tradizionali degli organi di informazione. Le domande poste da questa pressione informativa si sono progressivamente focalizzate su alcuni aspetti - previsione ed evoluzione dei fenomeni - e sono sempre più influenzate dal ‘confronto’ con realtà che, nel processo pubblico di comunicazione, si pongono come espressione alternativa (contro- informazione). Soddisfare la richiesta di informazione delle persone coinvolte da un evento calamitoso può servire a coinvolgerle maggiormente nella risposta all’emergenza e nel razionalizzare il loro comportamento; d’altra parte, tale azione è fondamentale per gestire la percezione della popolazione, polarizzandola con quella dei decisori, della autorità e degli esperti (Wendling et al. , 2013). In un contesto così complesso è estremamente difficile distinguere modalità e contenuti dell’informazione dal ‘ruolo’ (ufficiale o autoritativo) dei singoli attori, anche se il rapporto di comunicazione diretta che si stabilisce nell’incontro pubblico influenza sensibilmente, in senso positivo, il processo comunicativo. L’attività di informazione in emergenza rappresenta anche una modalità attraverso la quale è possibile costruire un intervento psicosociale rivolto a favorire il ripristino delle strutture e della rete sociale locale, così come indicato nelle linee guida degli interventi psicosociali del comitato internazionale delle Nazioni Unite IASC (2007); un compito questo che è proprio del sistema di protezione civile. Informazione in emergenza e comunicazione. L’informazione di cui intendiamo discutere in questa sede è strettamente connessa con il rapporto che si determina fra il sistema di protezione civile (inteso in questo caso nel suo significato più compiuto) e la collettività in situazione di emergenza. Gli interlocutori di questo processo sono pertanto da una parte chi rappresenta il sistema di protezione civile (il DPC, la componente scientifica rappresentata essenzialmente dai Centri di Competenza, gli operatori presenti sul campo) e dall’altra le comunità locali. Quel rapporto è assolutamente centrale, ne determina le modalità e ne caratterizza i contenuti. E’ un rapporto diretto, immediato, che si costituisce sulla base di domande molto precise, che variano molto nelle diverse fasi di una emergenza, e ha un carattere e un senso molto diverso da quella che è più in generale la comunicazione ordinaria, in tutte le sue forme. Un istituto di ricerca (come l’INGV), a prescindere dal fatto che abbia o meno una strategia e una funzione di comunicazione, “fa comunicazione”, in vario modo: attraverso la sua presenza istituzionale, le forme ufficiali di comunicazione, le pagine web, le pagine social, la presenza a manifestazioni, le iniziative di divulgazione scientifica, sia quelle istituzionali che di singoli ricercatori, ecc.

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