GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale
GNGTS 2014 S essione 2.3 333 carattere più formale, con l’opportunità di utilizzo di materiali a sostegno della discussione (come presentazioni ppt, per esempio), mentre le assemblee di piazza o in generale in spazi aperti hanno assunto un carattere decisamente più informale. In generale l’orientamento che è maturato nel corso del tempo è stato quello di privilegiare un approccio dialogico, limitando molto interventi di inquadramento o presentazioni formali, puntando a sollecitare domande e una discussione libera, pur orientata verso temi chiave. A questo proposito gli interventi introduttivi sono stati dedicati a fornire elementi di inquadramento generale in grado di garantire una discussione ‘aperta’, limitando la possibilità di derive della discussione verso temi marginali, fortemente influenzati da voci e dicerie di carattere molto particolare. In questo è stata determinante la conoscenza del singolo contesto e la collaborazione con le amministrazioni locali e le associazioni presenti nel campo o sul territorio. Un filone a sé di queste esperienze informative è rappresentato dagli incontri con particolari categorie di operatori nei servizi di base: dagli operatori di protezione civile, come vigili del fuoco e forze dell’ordine, a quelli dei servizi front-office dei Comuni, agli operatori dei servizi socio-sanitari, a quelli operanti specificamente nei servizi di salute mentale: in questi casi la richiesta di informazioni è stata di carattere molto puntuale, per quanto facilitata dall’essere posta in situazioni molto informali (gruppi molto ristretti). Definizione di emergenza. A seconda della gravità dell’evento e del suo impatto sulla popolazione, sulla base dell’esperienze del passato si sta elaborando un protocollo operativo in cui si possono distinguere diversi tipi e livelli di emergenza: a) emergenza comunicativa, dovuta al diffondersi incontrollato di dicerie e “bufale” particolarmente gravi, false previsioni, oppure a seguito di vicende giudiziarie. Un esempio di emergenza di questo tipo è ben rappresentato dalla vicenda del terremoto “annunciato” per l’11 maggio 2011: sulla base di una presunta previsione erroneamente attribuita a Raffaele Bendandi (1893-1979), ma soprattutto di un veloce tam-tam in rete, si era sparsa la voce incontrollata secondo cui quel giorno a Roma si sarebbe scatenato un terremoto di devastante potenza. In quell’occasione l’INGV ha organizzato un Open- Day , con l’apertura al pubblico e ai giornalisti della sede romana dell’Istituto dalle ore 10 alle ore 20 dell’11 maggio stesso (Nostro et al. , 2012c); b) terremoto in Italia di magnitudo fino a 4.0. In realtà si tratta di una non-emergenza. In generale per eventi di bassa magnitudo non vengono attivate iniziative informative sul posto, a meno che l’evento non scateni un’emergenza di tipo comunicativo (vedi punto a), oppure faccia parte di una sequenza sismica particolarmente lunga (vedi punto d); c) terremoto in Italia di magnitudo M tra 4.0 e 4.9 presumibilmente senza danni. Il più delle volte un evento di questo tipo non produce un’emergenza e dunque non necessita di interventi informativi sul posto. Possono tuttavia essere realizzati incontri con la popolazione, con genitori e insegnanti delle scuole. In casi particolari, si possono prevedere anche incontri con gli alunni delle scuole. Un esempio di questo genere è rappresentato dall’evento del 25 gennaio 2013 in Garfagnana (LU), di ML 4.8 (Mw 4.9), che non causò danni particolari. In realtà, pochi giorni dopo il terremoto, un comunicato INGV destinato al DPC fu trasmesso senza commenti o spiegazioni ai sindaci dei Comuni coinvolti, generando confusione e panico, e dando luogo ad una vera e propria emergenza comunicativa, amplificata a dismisura dai social media; nei giorni successivi furono organizzati due incontri con la popolazione con sismologi INGV, sindaci, associazioni di protezione civile e giornalisti per fornire informazioni corrette sulla possibile evoluzione della sequenza in corso. Il successo delle due iniziative si giustifica con la ricerca da parte della popolazione di informazioni attendibili e scientificamente affidabili. d) lunga sequenza sismica con molti eventi di magnitudo moderata risentiti spesso dalla popolazione. Esempi di emergenze di questo tipo sono la sequenza lunghissima del Pollino (attiva a più riprese fin dal 2010 e con un picco di M 5.0 nell’ottobre 2012) e quella, già accennata prima, di Gubbio (attiva dal dicembre 2013 e tuttora in corso).
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